Page 485 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ALESSANDRO MAGNO.  475
    mento,  i suoi soldati, messere  in fuga  il nemico, e portarono
    Alessandro svenuto  nella sua tenda. Guarito, in pochi giorni,
    della ferita,  si rimette in cammino ed entra nell’Indo. Navi-
    gando in questo, assoggetta  i regni di Musicano, d'Ossicano e
    di Sambo, o  arriva all’isola di Pattala, compresa fra le boc-
    che del fiume e  l’ oceano indiano.
      Arrivati alla foce dell’Indo,  il riflusso del mare (cosa nova
    pei Macedoni) sul principio  gli spaventò.  11 re s’avanr.ò nel-
    l’oceano per circa quattrocento stadi, come per prenderne pos-
    sesso. Poi mette la  (lotta sotto  il comando di Nearco a cui dà
    r ordine d’esplorare esattamente le coste meridionali dell’ impero
    fino all’ Eufrate. Lui parte per terra con tutta l’armata alla volta
    dell’occidente: ma prima, costruisco sul delta dell’Indo, cioè
    nell’isola di Pattala, una fortezza e degli  arsenali per a.ssicu-
    rarsene  il possesso.
      Era  la fine d’agosto del 325, quando si messe in marcia.
    Attraversa  i paesi degli Arabili, degli Oriti e dei Gedrosiani  ; c
    dopo una marcia faticosa di sessanta giorni per quei deserti, dopo
    avere terribilmente  sofferto  la fame, la sete,  il caldo, e dopo
    aver perso in conseguenza di quei tormenti molte bestie da ca-
    rico e anche molti soldati, arriva nella Carmania dove trova già
    preparata una  gran copia  di  viveri. Da quel momento  fino
    all’arrivo nella Susiana, la sua marcia fu trionfale; furono setto
    giorni di feste continue.
      Ricevè intanto molti reclami contro  quelli che aveva  la-
    sciato al governo dei paesi conquistati. Sperando forse che Ales-
    sandro perisse nella spedizione dell’India, avevan costoro abu-
    sato del potere, oppresso  i popoli, violato perfino  i sepolcri per
    impadronirsi dogli oggetti preziosi che  i ricchi persiani solevano
    sotterrare insieme col cadavere. E’ trovarono in Alessandro un
    punitore severo: Oleandro, Sitalco, Orsino, Boriasse, Abalite e
    parecchi altri, furono subito mandati a morte. Arpalo che dal re
    era stalo già" nominato satrapo di Babilonia e che temeva ora,
    perché lo meritava, un castigo ugualmente severo, se ne fuggi
    portando seco 5000 talenti. Andò ad Atene per veder d’ indurla
    a sollevarsi contro Alessandro. Offri subito una ricca somma a
    Focione, ma questo la rigettò sdegnosamente. Nemmeno Alessan-
    dro non era riuscito, precedentemente, a fargli ricevere un dono
    di cento talenti. Quando gl’ incaricati dal re vennero a presen-
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