Page 71 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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        CONDIZIONI CIVILI E MORALI NEI TEMPI EROICI.  6i
    boro colla vela, se  il vento era favorevole; venuta la notte, si
    fermavano al primo porto che trovavano, o legavano la nave alla
    costa; avvicinandosi l’inverno, ogni navigazione cessava. Da ciò
    ne veniva che  il commercio dei Greci era allora poco, e che la
    loro ignoranza in fatto  di  geografia era molta. Credevano che
    la terra fosso un disco perfettamente rotondo, irto di monti, sol-
    cato da valli, e circondato dal fiume Oceano  ; e che s’estendesse
    a settentrione fin verso  il Danubio, a occidente fino allo stretto
    di Cadice, a mezzogiorno fino alla costa  d’ Affrica, e a oriento
    fino all’ Asia minore inclusive. Oltre dunque alla Grecia che era
    considerata ‘come  il centro  del  disco,  conoscevano  un poco
    l’Asia minore,  l’Egitto e  l’Italia:  paesi, o, per dir meglio,
    parti della terra diviso fra loro dal mare mediterraneo.  11 sole
    sorgeva la mattina dall’Oceano, si tuffava la sera nell’ Oceano,
    durante la  notte  si riconduceva, per la  via del settentrione,
    all’oriente, di dove,  il giorno successivo,  si levava di novo.
    Finalmente il cielo non era altro che una solida volta sostenuta
    da immense montagne.
       Qual fosse veramente  la religione dei primitivi  abitanti
    della Grecia  , non  lo possiamo ben definire nemmeno dopo le
    tapte e profonde ricerche degli eruditi su quell’ argomento. Ma
    pcSchè noi gli facciamo venuti direttamente in Grecia dall’Asia,
    ci par dunque probabile che la loro religione dovesse essere
    tanto più vicina al monoteismo professato dalla gente da cui in
    origine si separarono, quanto meno  i tempi erano lontani dalla
    rivelazione primitiva. Ci par poi più probabile quest’opinione,
    so riflettiamo a un pa.sso d’ Erodoto,  il quale dice che gli Egi-
    ziani furono’i primi a introdurre  i nomi degli dei nella Grecia,
    dove non s’ erano nominati  fin allora se non col nome generale
    di dei.  ‘ Ma è mai possibile che un popolo adori diversi dei  , ep-
    pure non abbia diversi nomi per distinguerli l’uno dall’ altro?
    Non sarebb’ egli dunque ragionevole  interpretar  cosi  il passo
    d’ Erodoto, che alla venuta degli Egiziani, gli antichi abitanti
    della Grecia avessero già incominciato ad aberrare dal primitivo
    monoteismo senz’ essere ancora veramente politeisti  e che  gli
                          ,
    Egiziani dessero il tratto alla bilancia spingendoli al politeismo
    deciso? e non col solo regalargli dei nomi, ma comunicandogli
    le loro idee, manifestandogli  il loro sistema di credenze, che  i
       < £rod. Il, 60, 52.
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