Page 67 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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       CONDIZIONI CrVILI E MORALI NEI TEMPI EROICI.  57
      L’ospitalità fra  i Greci era sacra; e non riconoscerne  i di-
                                *
    ritti, sarebbe stata un’empietà. Qualunque forestiero  si presen-
    tasse e a qualunque casa, era accolto dal padrone con vivi  .se-
    gni d’affetto, come un suo vecchio amico. Non gli si domandava
    di dove venisse, nè dove fosse diretto, nè quale fosse la sua con-
    dizione ma gli si offriva subito da lavarsi , e gli s’ imbandiva il
       :
    pasto. Solo durante questo, o dopo di questo, gli si faceva delle
    domande  sull’ esser suo, sempre p^ò  in modo amichevole, e
   senza mai far vedere la minima ombra di sospetto e di diffiden-
    za.  * Le relazioni d’amicizia che nascevan fra  gli  ospiti, e’ le
   mantenevano anche dopo  essersi  separati, e  si trasmettevano
   inoltre di padre in figlio. Diomede e Glauco son per venire alle
   mani, quando, raccontandosi  la  loro  origine, scoprono che  i
    loro nonni. Eneo e Bellerofonte, erano stati  ospiti. Ciò basta
    perchè invece di dar luogo al duello, si stringanole destre, pro-
    mettano d’evitarsi l’un  l’altro  nella battaglia,  e, per segno
   della loro ospitalità, facciano  il cambio dell’ armi.  *
      Avevano pure  i Greci una speciale tendenza a stringere fra
   di loro delle tenere e durature amicizie. Nei tempi eroici se ne
   cita parecchie  ; ma  le più celebri sono  : quella di Piritoo e di
   Teseo,  il quale dovè subire la prigionia, per aver aiutato  il suo
    amico a rapir la figliola del re dei Molossi  ; * quella di Patroclo,
   e d’Achille, che solo per vendicare  1’ uccisione dell’ amico, ab-
   bandonò  il  neghittoso ozio a cui s’era condannato, c riprese
    l’armi a strage dei Troiani; o quella d’Oreste e di Pilade, che
    nobilmente gareggiano per salvare ognuno, colla propria morte,
    la vita dell’altro.
      Fra gli utensili rurali , a quei tempi , non si sa che ci fosse
      *   Fra cotali peotier Pallate scórse
          Nè iotfVendof;li  il cor cbe lo straniero
          A cielo aperto lungamente stesse.
          Dritto nsei fuor, s’accostò ad essa, prese
          Con una man  la sua , con  1* altra  1’ asta
          E queste le drizzò parole alate:
          Forastier, salve. Accoglimento amico
          Tu avrai, sporrai  le brame tue: ma prima
          Vieni  i tuoi spirli a rinfrancar col cibo.  Odissea, I.
    Vedi anche al principio  del  III  l’arrivo di Telemaco  alla casa di Nestore; e
   al principio del IV,  il suo arrivo a quella di Menelao; c nel VI  , Pincontro di
    Nausica con Ulisse , e molti  altri luoghi,
      » /iiade, VI.
      S Plutarco « Teseo, 31.
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