Page 89 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LICURGO E LA SUA LEGISLAZIONE, 79
sero una vita uguale ; e questa doveva essere sommamente au-
stera, se queir uguaglianza mirava a rendere più tranquilla e
più forte la loro città. Quindi proscritto il lusso che poteva dise-
quilibrare i possessi ; proscritte V arti di piacere che potevano
ingenerare dell’ inclinazione al lusso medesimo proscritto per
;
conseguenza il commercio ; e per altra conseguenza, non per-
messo agli stranieri d’ entrare in Sparta se non in certi giorni
speciali, e proibito severamente agli Spartani di viaggiare senza
previo permesso dei magistrati supremi. Non basta: chi assicura
il governo che i cittadini non s’ abbandonino alla crapula e alla
mollezza se si permette che mangino privatamente, ciascuno a
casa sua? E perciò furono ordinate le pubbliche mense chiamate
fidizie, alle quali dovevano convenire tutti i cittadini maschi,
divisi in comitive di quindici ciascuna o all’ incirca. Questi ban-
chetti erano estremamente frugali e ognuno dei commensali
;
doveva contribuire, mese per mése, la sua quota consistente in
farina d’ orzo, cacio, vino , fichi , e un po’ di danaro per la com-
pra d’ alcuni companatici. Loro cibo prediletto e quotidiano , era
una salsa nera che non si sa come fosse fatta. Era cosi famosa,
che un re del Ponto si fece venire un coco spartano apposta per-
chè gliela facesse. Come 1’ ebbe gustata, disse che gli pareva
molto cattiva ; e il coco osservò che prima di cibarsene biso-
gnava essersi lavati nell’ acque dell’ Eurota. Ai pubblici pasti ci
convenivano promiscuamente giovani e vecchi ; e ci assistevano
anche i fanciulli , come a scuola di temperanza e di franca ma di-
gnitosa allegria. Imparavano intanto anche cose più serie, giac-
ché ci sentivano ora raccontare detrazioni gloriose, ora conver-
sare sugli affari della repubblica. Il più vecchio di lutti ram-
mentava agli altri che era vietato rigorosameente di riportar
fuori i discorsi ; e dall’ obbligo di tal silenzio ne veniva che si
andasse molto a rilento neH’ammettere i novi commensali quando
c’era dei posti vacanti. S’ammettevano a voti, e s’adoprava a
tal fine dei pezzetti di midolla dir pane. Chi era favorevole
all’ammissione, gettava il suo pezzetto in un vaso senza punto
schiacciarlo colle dita; chi era contrario, ce lo gettava dopo
averlo schiacciato. Un solo voto contrario bastava perchè il novo
commensale non fosse accolto. Questa istituzione se fu sul prin-
cipio combattuta più d’ogni altra, fu però osservata in séguito
con tanto rigore , che quando il re Agide tornato vincitore degli
t
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