Page 85 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LICURGO E LA SUA LEGISLAZIONE.  75
    servati  dai  discendenti  di  Creofilo. Dietro  i  reiterati  inviti
    de’ suoi amici, ritornò a Sparta più presto di quello che aveva
    già stabilito, e la trovò in uno stato più che mai miserando, per
    r anarchia nella quale era caduta da tanto tempo. Riconobbe
    dunque più che mai necessario un totale riordinamento civile e
    politico. Prima d’ intraprenderlo si recò a Delfo per sapere se il
    dio r avrebbe incoraggito all’ impresa  ; e la Pitia, dichiarandolo
    il più savio di tutti gli uomini, soggiunse che le sue leggi avreb-
    bero formato la felicità del suo popolo. Si procurò allora un bon
    partito fra i principali cittadini  ; e coll’aiuto di loro,  il più ze-
    lante dei quali era il re Carilao  , cominciò a promulgare succes-
    sivamente una serie di disposizioni solenni chiamate reire, * le
    quali dovevan venire a formare la nova costituzione. Non aborri
    dal fare anche uso dell’ armi  , perchè ben sapeva che se ogni
    innovazione benché utile e savia, non è mai esente da opposi-
    zione, tanta più ne trova in una gente corrotta. E la trovò in-
    fatti, c andò soggetto perfino a perdere un occhio, in una som-
    mossa popolare che ebbe luogo a proposito dell’ istituzione delle
    fidixie. Non per questo venne meno all’ impresa  , e poco dopo fu
    lieto di veder ben fondate in Sparta le nove leggi. Coropi allora
    un altro nobile sacrifizio. Adunati tutti  i magistrati e il popolo,
    gli  disse che voleva tornare a Delfo per consultar novamentc
    r oracolo sull’ opera sua; ma esigè che innanzi della sua partenza
    prestassero tutti il giuramento di non alterar punto  1’ ordino di
    cose  stabilito, prima che  ritornasse  lui. Avendogli  poi detto
    1’ oracolo che Sparta sarebbe gloriosissima finacché conserverebbe
    le sue leggi, Licurgo mandò scritta quella risposta  a’ suoi con-
    cittadini  ; e perchè questi non fossero mai sciolti dal loro giura-
    mento  , si lasciò volontariamente morire astenendosi da ogni cibo.
       Esporremo ora la legislazione di Licurgo  ; e afSnché il no-
    stro discorso proceda più ordinato o più chiaro  , diremo prima
    delle leggi che riguardano l’ordinamento pubblico , poi di quelle
    concernenti  i cittadini privati.
       *pYirpo(. lignifica propriamente oracolo. Furono
       *                dette cosi quelle leggi
    da Licurgo stesso, apponto perchè, per fare che gli Spartani  le accogliessero me-
    glio e meglio le osservassero, gliele dette come se fossero tanti oracoli  , o leggi
    espresse da lui  a nome della divinità. Perchè poi  le ^on perdessero quel carat-
    tere divino di cui le volle rivestite, non  le  scrisse:  voleva che  fossero sempre
    conservate mediante  la tradiaione orale  , come apparisce da una  delle sue  retro
    con cui proibiva di scriverle  vopoii ìyypoc  Putarco, Ì.ie/<r.i 3).
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