Page 83 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LICURGO E LA SUA LEGISLAZIONE.  73
     Tano; e sarebbe quindi caduta in condizioni tristissime, quando
     comparve uno di quegli uomini di volontà cosi forte da mettere
     un riparo alle barcollanti cose.
         È  questi Licurgo, di cui  la  critica negatrice  dei nostri
     giorni ha tentato di mettere in dubbio  l’ esistenza, nella stessa
     maniera che aveva dubitato di quella d’ Omero. Come  l’ Iliade,
     cosi la discorre, non può essere stata opera d’un  solo poeta,
     cosi la legislazione di Sparta è troppo grandiosa, perchè possa
     averla ordinata uno  solo. Noi però che crediamo  resistenza
     d’ Omero, crediamo irremovibilmente, sulla testiiponianza una-
     nime degli antichi scrittori, anche quella di Licurgo: tanto più
     che le leggi di Sparta non furono da lui create di pianta ma in
                                             ;
     parte conservò T antiche  istituzioni patrie,  in parte  si giovò
     delle leggi  degli altri popoli, adattandole al genio della razza
     dorica. Ad ogni modo, Plutarco stesso non accerta l’epoca nella,
     quale e’ visse, che pare però si deva porre sul principio del nono
     secolo avanti  l’ èra volgare.
         Apparteneva Licurgo al ramo degli Euripontidi, e fu se-
     condo hgliolo del re Eunomo, al quale, ucciso nel mentre cer-
     cava d’impedire una rissa, successe  nel  regno Polidette suo
     figliolo maggiore. Morto poco dopo anche questo, avrebbe do-
     vuto salir sul trono Licurgo  ; ma appena saputo che il defunto
     aveva lasciato la moglie gravida  , Licurgo dichiarò che avrebbe
     governato semplicemente come tutore del re nascituro. Allora la
     vedova di Polidette, ambiziosa di regno, fece sapere nascosta-
                                                  *
     mente al cognato eh’ eli’ avrebbe mandato a male  il suo feto,
     quando lui le avesse data promessa sicura di prenderla in mo-
     glie e di metterla a parte del potere. All’ orribile proposta Li-
     curgo fremè  : ma pure dissimulò. Finse anzi d’ accettar quel-
     r offerta  ; e raccomandando alla donna di non procurar  1’ aborto
     con nessun mezzo  , per non mettere in pericolo la j)ropria salu-
     te, disse che assumeva lui stesso il facile incarico di disfarsi del
     bambino dopo che questo sarebbe venuto alla luce. Quando poi
     fu vicino  il tempo del parlo  , e’ la circondò di persone a lui fide,
     alle quali ordinò che se la vedova partorisse una femmina, que-
     sta fosse consegnata alle donne  ; se un maschio, fosse portato a
     lui immediatamente. Avvenne  il secondo caso, e  il bambino gli
     fu portato subito, mentre stava cenando con dei magistrati. Li-
     curgo esultante lo alzò sulle braccia, -e mostrandolo ai convitati.
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