Page 95 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LICURCO E LA SUA LEGISLAZIONE. •
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.« amplessi delle Uri: Sparla, nulla. Trecento cadono alle Ter-
, scolpendovi
j> mopile, essa vi colloca una pietra ; Hanno fatto
*
y> il loro dovere. »
Quanto alla guerra, una dello ordinanze di Licurgo (che
veramente fu assai poco osservata) proibiva agli Spartani di fare
più spedizioni contro uno stesso nemico si diceva perché que-
;
sto col trovarsi obbligato a difendersi , avrebbe potuto doventar
bellicoso a loro danno. Un’ altra massima militare degli Spartani
era di non inseguire il nemico dopo che l’ avessero vinto e fu-
gato ; e ciò non tanto per generosità, quanto per proprio van-
taggio ; per non lo spingere cioè alla resistenza terribile della
disperazione.
È stato detto essere inutile filosofare sulla natura delle leggi
di Licurgo, perchè tanto non si può mettere in dubbio che
Sparta fu grande e gloriosa finché conservò quelle leggi. Ma che
grandezza, che gloria fu quella? Come trattenersi dal dire una
parola di biasimo contro la violazione del diritto di proprietà,
contro la proibizione d’ ogni commercio, contro 1’ annullazione
dei sacrosanti legami della famiglia? Como non riprovare l’ avvi-
limento dell’ uomo coll’ assorbimento dell’ individuo nello stato?
Che condizione era quella dei cittadini di Sparla, spiati dallo
stalo in tutte lo loro azioni , obbligati della vita allo stato che
gliela lasciava direi quasi per compiacenza, o costretti quindi a
spenderla tutta per lo stato o come lo stato imponeva ? E dove
sono i monumenti di Sparta? quali gli artisti, gli storici, gli
oratori, i poeti i filosofi? Ecco : mentre tutta la Grecia anela la
,
libertà, lo Spartano, oppresso nella sua patria, vuol farsi op-
pressore fuori di essa
; mentre tutta la Grecia, e Atene alla te-
sta, si fa splendente di civiltà e si rende benemerita dell’ uma-
nità tutta quanta, lo Spartano rimane immerso nell’ignoranza e
nella barbarie. Ma Licurgo invece di mirare, come avrebbe do-
vuto, al miglioramento morale e civile dell’individuo, e in sé
stesso e ne’ suoi rapporti cogli altri, non mirò at^ altro che a
rendere la sua città forte e tranquilla ; e questo (unico merito
delle sue leggi) 1’ ottenne. Nel mentre che gli stati che la circon-
davano, qual più qual meno s’ agitavano tutti e sempre. Sparta
godè d’ un ordine stazionario per quattro o cinque secoli conse-
cutivi. Nessuna rivoluzione considerevole, nessun mutamento so-
Si. univers 1. c.
• Caolù ,
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