Page 100 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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90               LEZIONE SESTA.
            tro  i Mosseni.* Comunque sia, quell’odio esisteva; e inasprita
          . dai due  fatti seguenti, gli condusse poi  a' una guerra terribile.
                Sul confine  dei due paesi  c’ era un tempio consacrato a
            Diana Limnatide, che serviva a tutt’e due  i popoli. Ora verso la
            prima olimpiade (776 av. G. C.ì alcuni giovani messeni che  si
            trovavano in quel tempio, fecero violenza a delle ragazze spar-
            tane che ci erano andate per celebrare una festa. Il re Teleclo,
            che le aveva accompagnate, rimase ucciso mentre voleva opporsi
            air oltraggio  ; le ragazze s’ uccisero volontariamente per non so-
            pravvivere alla vergogna. Cosi  gli Spartani: ma  i Messeni rac-
            contavano la cosa diversamente  , e sostenevano che quelle pro-
            tese ragazze non erano che una truppa di giovani spartani tra-
            vestiti e armati sotto le vesti  ; che Teleclo gli aveva condotti  li
            dov’ erano raccolti  i principali cittadini della Messenia, per tru-
            cidar questi e assalire subito dopo  il paesè  invidiato  ; e che  i
            Messeni avevano ucciso  il re e gli altri Spartani per propria di-
            fesa. A provare poi che  l’ ingiuria era partita da Sparta, addu-
            cevano, in seguito, l’osservazione che  quella città non  s’ era
            occupata di vendicare  l’ uccisione del re, nè aveva domandato
            nessuna riparazione.
                Era passato una generazione quando si presentò una nova
            occasiono di guerra.  Il messenio Policare, molto onoralo fra  i
            suoi perchè una volta aveva riportalo la vittoria ai giochi olim-
            pici, possedeva tante vacche che  i suoi propri pascoli non ba-
            stavano ad alimentarle. Ne athdò quindi una parte a uno Spar-
            tano, chiamato Evefno, perchè  le pascolasse sopra  i suoi beni  :
            in compenso di ciò, avrebbe partecipato alle figliature. 3Ia Evefno
            le  vendè, unitamente  ai  bovari,  a’ dei  mercanti che parti-
            vano da un porto della Laconia; e venne poi a riferire a Poli-
           care che dei pirati gliele avevano inaspettatamente rubate. Men-
            tre gli persuadeva questa menzogna, sopraggiunse uno dei bovari
                                       , e scopri la frodo. Allora
           che era riuscito a scappar dai mercanti
           Evefno, svergognato, chiese perdono al messenio, e l’ottenne col
           patto che gli sborsasse  il prezzo ricavato dalla vendita delle be-
           stie. Policare mandò con  lui un suo figliolo per ricever quel
           prezzo ma appena arrivati sul territorio spartano, Evefno l’uc-
                ;
           cise. Il padre della vittima corse subito a Sparta a chieder giu-
               ^ Pausania , iTesseniaj
                            «li cui unicamente ci siamo serviti per tutto  ciò
           che riguarda  le guerre Messeniche.
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