Page 115 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            una facilità” (Cor. XCIV-5 e 6), menzionando due facilità con una sola
            dif  coltà ( ). Non esiste che il Vero rispetti la facilità nella tradizione e
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            l’allontanamento della costrizione e che un mu t  possa dare un responso
            legale contrario a quello.
            Non vi è testo di Allah o del Suo Inviato che af ermi che le pene legali
            sono state istituite come deterrente: è la rif essione razionale che esige
            quello, ed essa può avere ragione o torto in quell’assunzione, tanto più
            che noi vediamo che talvolta la pena legale è leggera per i crimini che
            arrecano più danno nel mondo. Se lo scopo fosse di essere un deterrente
            la punizione dovrebbe essere più severa per quello. Alcuni dei peccati
            maggiori non sono puniti con alcuna pena legale, soprattutto quando
            la Legge prevede che certe pene per i peccati maggiori possano essere
            comminate solo su richiesta della persona (ma lū ): se la persona omette
            di  fare  la  richiesta  vengono  meno  anche  le  pene  legali  ed  il  danno
            conseguente alla loro omissione in simili casi è troppo evidente. È come
            quando  il  parente  della  persona  assassinata  perdona,  nel  qual  caso
            l’Imām non può far uccidere l’assassino, ed altri esempi di alleviamento
            e rimozione [della pena]. Quindi l’af ermazione di chi sostiene che le
            pene legali sono istituite come deterrente è debole.

            Se ci mettessimo a parlare della ragione per cui sono state istituite le pene
            legali e del perché esse decadono in certi casi, vengono alleviate in altri
            casi e vengono rese severe in altri ancora, renderemmo palesi dei segreti
            immensi, poiché le pene variano con il variare degli stati (aḥ āl) per i quali
            sono comminate. Il discorso si farebbe molto lungo e comporterebbe
            questioni complicate, come quella del ladro e dell’assassino. La perdita
            della vita è più grave della perdita della ricchezza, tuttavia quando il

            132 Nella parte LVIII, successiva a questa, Ibn ʿArabī fornirà ulteriori chiarimenti
            sull’argomento. Nel Cap. 392 [III 551.32], commentando i versetti qui citati della Sūra
            XCIV, Ibn ʿArabī precisa: “   la  a     a  i   ta  u a     t    i  tti  u      a  iam   ilatat
            (Cor. XCIV-1)   u a  i   lt  t a  u   a ilit     l   i    i [o lo reciti ( aka ta)],  ui  i  ii li t  .
            Egli, Gloria a Lui, ha lasciato indeterminato il termine facilità ed ha introdotto l’arti-
            colo determinativo per il termine dif  coltà, cioè questa seconda dif  coltà [quella a cui
            si riferisce il versetto 6] è identica alla prima [cioè quella citata nel versetto 5], ma non
            è così per la facilità. Questo è un meraviglioso avvertimento da parte di Allah ai Suoi
            servitori, af  nché si raf orzi in loro la speranza nella Misericordia di Allah”. Inf ne, nel
            Cap. 558 [IV 347.8] spiega: “Insieme alla dif  coltà in questo mondo vi è una facilità
            in esso, poi insieme alla dif  coltà in questo mondo vi è una facilità nell’aldilà, per chi
            comprende i loro signif cati”.
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