Page 257 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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256 al-Futūḥāt al-makkiyya
a Lui, l’Altissimo, per mezzo di questo atto di adorazione specif co, di
cui ha preso l’abito e che ha incominciato. Allah gli dice: “Non vanif ca-
te le vostre opere!” (Cor. XLVII-33), cioè, se è nella stazione del viaggio
iniziatico ( ulūk), non deve abituare la sua anima a violare il patto con
Allah, poiché Allah dice: “Rispettate il Mio patto, Io rispetterò il vostro
patto” (Cor. II-40), e soprattutto in ciò che hai imposto a te stesso ed
hai pattuito con il tuo Signore. Ciò corrisponde al suo detto, che Allah
faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace: “No! A meno che non sia
un atto di obbedienza volontaria” ( ).
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Se [colui che intraprende il digiuno di sua propria iniziativa] fa parte
della Gente della scienza di Allah, i più grandi, coloro che governano
loro stessi e che hanno attualizzato il Calif ato sulle loro anime, essi non
vedono nell’esistenza uno che parli, che ordini e che chiami che non sia
Allah tramite la lingua dei servitori, come ha detto il Profeta, che Allah
faccia scendere su di lui la Sua alāt e la Pace: “Invero Allah dice tramite
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la lingua del Suo servitore: Allah ascolta colui che Lo loda” ( ). Essi
attualizzano questo attributo nei confronti dell’insieme delle espressioni
di tutto il mondo, siano esse formali o verbali. La validità della stazione
della contemplazione li governa in quello: quindi essi non disconosco-
no ciò che [ri]conoscono. E come colui che è velato dice: “Un tale ha
parlato”, così il possessore di questa stazione dice: “Il Vero parla tramite
la lingua di questo servitore di questo o quello”, qualsiasi cosa essa sia.
Colui che parla, o si trova anche lui in questa stazione e quindi vede
che parla per mezzo del Vero, non per se stesso, oppure non si trova in
questa stazione.
Colui che è invitato deve considerare lo stato di colui che lo ha invitato:
se egli lo invita per il suo Signore, risponde al suo invito e gli dice che
sta digiunando, non mangia, prega per la gente della casa e fa la alāt
presso di loro. Può anche mangiare, se sa che questo fa parte delle cose
che fanno piacere all’ospite, poiché egli ha facoltà di scegliere per la sua
perfezione e la sua realizzazione dell’attributo: il perfetto ha sempre
la libertà di scelta nel volere. Se vuole mangia e se vuole non mangia,
389 a riportato da al-Buḫārī, II-34, XXX-1, LII-26, XC-3, Muslim, I-8, Abū
Dāʾūd, II-1, at-Tirmiḏī, V-2, an-Nasāʾī, e da Mālik.
390 a riportato da Muslim, IV-62 a 64 e 86.