Page 261 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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260 al-Futūḥāt al-makkiyya
(al- ayyūm)”, “che né stanchezza né sonno colpiscono” (Cor. II-255), du-
rante la sua notte. Per questo gli venne attribuita la divinità (ulū iyya e
venne detto: “Certo, Allah, Egli è l’Unto (al-ma ḥ), il Figlio di Maria”
(Cor. V-72), mentre ciò non è stato detto di alcun altro Profeta prima di
lui. Il massimo di ciò che è stato detto a proposito di ʿUzayr [cfr. Cor.
IX-30] è che egli era “il f glio di Allah”, ma non è stato detto: egli [è]
Allah ( u a lla .
Presta attenzione alla conseguenza che implica questa [ultima] de-
nominazione proveniente da dietro il velo del Mistero, nel cuore de-
gli esseri che si trovano velati tra la Gente dello svelamento al punto
che essi dissero: “Certo, Allah, Egli è l’Unto, il Figlio di Maria” (Cor.
V-72), Per quello il Vero attribuì loro la copertura o la miscredenza (ku )
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( ), accordando loro una scusa. In ef etti essi non furono associatori
(mu ikū ) [o politeisti], al contrario, essi dissero: “egli è Allah!”, mentre
l’associatore è colui che pone un altro Dio adorato insieme ad Allah. Per
questa ragione essi furono chiamati occultatori (kā ū ) e non politeisti.
Allah ha detto: “Sono stati già occultatori coloro che hanno detto: Certo
Allah è l’Unto, il f glio di Maria” (Cor. V-17 e 72), attribuendo loro il
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velare ( it ) ( ).
Essi fecero della natura umana ( ā ūt) di Gesù un luogo teofanico (ma lā)
[cioè confusero, o “coprirono”, il “lā ūt”, la divinità, con il “ ā ūt”] e
Gesù [li] avvertì riguardo a questa stazione, come Allah ha notif cato
confermando loro ciò che essi dicevano: “L’Unto ha detto: O f gli di
Israele, adorate Allah, il mio Signore ed il vostro Signore” (Cor. V-72).
Essi risposero: “È proprio così che noi ci comportiamo” ed essi adora-
vano Allah in lui. Gesù precisò loro: “Certo Allah ha vietato il Paradiso
a chiunque Gli attribuisca dei soci” (Cor. V-72), cioè Allah rif uta la Sua
assistenza (ka a ) a un simile essere che Lo vela.
401 Il verbo “ka a a”, da cui deriva l’inf nito “ku ” ed il participio attivo “kā ”, ha
come signif cato primario quello di “coprire, velare, nascondere”, secondariamente
quello di “non riconoscere [i benef ci ricevuti], e quindi “essere non riconoscente” o
“essere ingrato”, e poi quello di “essere miscredente”. La prospettiva di Ibn ʿArabī non
è quella del “ta ”, cioè della spiegazione exoterica, per cui “kā ū ” sono coloro che
non credono, bensì quella del “ta l”, che signif ca letteralmente “ricondurre al primo
[cioè al principio]”.
402 Ibn ʿArabī riprende questo tema nel capitolo dei “Fu ū al-ḥikam” dedicato a Gesù.