Page 263 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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262 al-Futūḥāt al-makkiyya
CONTINUAZIONE RIGUARDO ALLA SEZIONE
DEL DIGIUNO DI CHI È IN VIAGGIO
È af ermato in entrambi i aḥ ḥ, quello di Muslim e quello di al-Buḫārī,
che Ibn ʿAbbās ha riferito che l’Inviato di Allah, che Allah faccia scen-
dere su di lui la Sua alāt e la Pace, ha detto: “Non fa parte della pietà
(lay a mi al- i ) che voi digiuniate in viaggio” ( ). Il termine “mi ”
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[parte di] in questo ḥa è attestato nella versione di al-Buḫārī, poiché
lo ḥa riportato da Muslim recita: “La pietà non (lay a al- i )…”, senza
“mi ”.
Il viaggio si chiama “ a a ” perché rivela (yu u) i tratti di carattere degli
uomini ( ), per la dif coltà e lo sforzo che esso comporta per coloro che
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sono ricchi ed agiati: che dire dei deboli? Colui a cui la sua opera svela
Chi la compie, si mette in disparte dal Suo digiuno e lo lascia a Colui
che lo compie, senza alcuna pretesa individuale, malgrado stia digiu-
nando. Questo è il digiuno che non è macchiato da ipocrisia ( iyā ), poi-
ché “non fa parte della pietà”, o “non è la pietà”, che l’uomo pretenda
di possedere ciò che sa che non gli appartiene. Si tratta di un’allusione
esoterica: sof ermati su di essa, poiché il discorso si farebbe lungo in
questo capitolo!
404 a riportato da al-Buḫārī, XXX-36, Muslim, XII-92, Abū Dāʾūd, XIV-43,
at-Tirmiḏī, VI-18, an-Nasāʾī, XXII-46 a 49, Ibn Māǧa, ad-Dārimī, e da Ibn Ḥanbal.
405 La stessa spiegazione viene fornita da Ibn ʿArabī nel “ itā al-i ā a atā i al-
a ā ”, edito e tradotto da Denis Gril con il titolo di “ il m t t u ya ”,
Editions de l’éclat, 1994, ove, a pag.19, precisa: “Il viaggio si chiama “ a a ” perché
rivela ( yu u) i tratti di carattere degli uomini, rendendo manifesti i tratti biasimevoli e
lodevoli che ogni uomo cela in sé. Si dice anche : la donna ha svelato il suo viso ( a a at
a a i- ā) quando ella toglie il suo velo ed appare la sua bellezza o la sua bruttezza.
Allah, l’Altissimo, ha detto, rivolgendosi agli arabi: ”E per l’alba quando essa svela
(a a a)” (Cor. LXXII-34), cioè agli sguardi ciò che essi scoprono”.