Page 35 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            ai Suoi servitori, malgrado essi Lo adorino con esso, e lo ha attribuito
            a Sé, Gloria a Lui. Egli ha posto la ricompensa di chi si qualif ca con
            esso [cioè di chi digiuna] nella Sua Mano, per ripagarlo, ed ha collegato
            il digiuno con Se stesso negando [gli] la similarità. Esso, in realtà, è
            l’abbandono  (ta k)  di  un  atto,  non  un  atto  (ʿamal),  e  la  negazione  di
            similarità è un attributo negativo, e quindi è raf orzata la correlazione
            tra esso ed Allah.

            L’Altissimo ha detto riguardo a Se stesso: “Non c’è cosa che sia simile a
            Lui” (Cor. XLII-11), negando che vi fosse per Lui un “simile”. Dunque
            Egli, Gloria a Lui, non ha simile, sia per l’argomentazione razionale che
            per la prova tradizionale.

            An-Nasāʾī ha riferito che Abū Umāma disse: “Mi avvicinai all’Inviato
            di Allah, che Allah faccia scendere su di lui la Sua  alāt e la Pace, e
            gli chiesi: “Dammi un ordine, che prenderò direttamente da te”, ed
            egli rispose: “È tuo dovere digiunare, poiché non c’è simile a ciò” ( ),
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            negando che potesse esservi un atto di adorazione simile ad esso tra
            quelli prescritti ai Suoi servitori.

            Chi  sa  che  il  digiuno  è  un  attributo  negativo,  poiché  consiste
            nell’abbandonare ciò che lo rompe, sa con certezza che esso non ha
            simile, in quanto non ha un’essenza (ʿay ) che possa essere qualif cata
            dall’esistenza  ( u ū )  così  come  noi  la  comprendiamo;  per  questo
            Allah, l’Altissimo, ha detto: “Il digiuno Mi appartiene”. In realtà esso
            non è un atto di adorazione, né un atto. Quando si applica ad esso il
            termine “atto”, si tratta di una tolleranza (ta a  u ), così come quando

            di astenersi, che è la quota assegnata (ḥa  ) alla sua natura. Sappi ciò! E poiché le cose
            stanno così e si attualizza per lui l’elevazione ( i  a  divina al di sopra del regime (ḥukm)
            della sua natura e la Teofania lo eleva al di sopra del regime della sua rif essione ( k )
            – poiché la rif essione rileva del regime della natura elementare, e per questo l’Angelo
            non rif ette mentre l’uomo rif ette, essendo composto da natura elementare e da intel-
            letto, ed all’intelletto in quanto tale compete la Teofania – egli è sollevato dalla bassezza
            della rif essione naturale che si accompagna all’immaginazione, la quale prende dai
            sensi e dalle cose sensibili. Il poeta ha detto:
            quando il giorno si arresta e si allontana nel calore del mezzogiorno,
            cioè il giorno raggiunge il suo culmine (i ta a a). Chi non ottiene questa elevazione da
            questa astinenza non può essere chiamato “colui che digiuna”, per come lo intendiamo
            noi. Questo è il digiuno dei conoscitori di Allah, ed essi sono la Gente di Allah”.
            11  a    riportato da an-Nasāʾī, XXII-43.
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