Page 4 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī                                    3

                                INTRODUZIONE




            Il capitolo di cui presentiamo la traduzione fa parte della
            prima sezione (faṣl) delle al-Futūḥāt al-Makkiyya ( ), dedicata
                                                          1
            alle conoscenze (maʿārif) ed è il penultimo di quelli dedicati
            ai Pilastri dell’Islām. In esso, come in quelli dedicati alla
            ṣalāt, alla zakāt ed al pellegrinaggio, Ibn ʿArabī, dopo aver
            illustrato  il  signif cato  del  rito,  sia  in  senso  esteriore  che
            interiore, prende in considerazione gli aspetti di dettaglio del
            rito stesso, fornendo per ciascuno di essi una trasposizione
            interiore o simbolica (iʿtibār). Ciò che può sconcertare un
            lettore occidentale af  itto da una mentalità sistemica è che
            sulle questioni di dettaglio egli riporta quasi regolarmente
            più posizioni divergenti dei sapienti, senza mai af ermare
            che una è giusta e le altre sono sbagliate, ma limitandosi
            tutt’al più a dichiarare che una di esse è quella a cui aderisce,
            e fornendo comunque per ciascuna di esse una trasposizione
            interiore.

            Già alla sua epoca i dottori della Legge (fuqahā’) ( ) aderenti
                                                           2
            1  ) Nelle citazioni dei brani di questa opera ho adottato come riferimento la terza
            edizione  in  quattro  volumi,  stampata  al  Cairo  nel  1910,  riportando  numero  del
            capitolo, volume, pagina e linea iniziale. Nel citare uno ḥadīṯ ho invece adottato come
            riferimento la classif cazione usata nella “Concordance et indices de la tradition musulmane”
            di A.J. Wensinck, edita da Brill.
            2  ) Il termine fuqahā’ è il plurale di faqīh, che deriva dal verbo faqiha, che signif ca avere
            scienza, conoscenza o comprensione. Nel Cap. 441 [IV 54.31] Ibn ʿArabī precisa che i
            termini ʿilm, maʿrifa e f qh “hanno tutti lo stesso senso; si comprende tuttavia che c’è una
            dif erenza tra di loro nel signif cato (dalāla), così come essi si dif erenziano nei termini”.
            In particolare il faqīh è colui che ha conoscenza della Legge tradizionale, in tutti i
            suoi aspetti, tra cui quello giuridico in senso occidentale non rappresenta quello più
            importante. Nel Vangelo l’espressione tradotta in italiano come “dottori della Legge”
            corrisponde al latino legisperiti ed al greco νομικος. Se da un lato Ibn ʿArabī stigmatizza
            gli errori dei dottori della Legge della sua epoca, dall’altro sottolinea la loro importanza
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