Page 5 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            ad una delle quattro scuole giuridiche (maḏāhib) negavano la
            validità delle posizioni divergenti dalle loro ( ), ma a questi
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            dottori della Legge Ibn ʿArabī risponde con parole molto
            dure:

                  “Allah ha posto questa dif erenza come Misericordia
                  per i Suoi servitori e come latitudine in ciò che ha
                  imposto  loro  come  Suoi  atti  di  adorazione.  Ma  i
                  dottori della Legge (fuqahā’) del nostro tempo vietano
                  e restringono, agli uomini che seguono ciecamente i
                  sapienti, ciò che la Legge ha allargato per loro. Essi
                  dicono  a  colui  che  segue  ciecamente  (muqallid),  se
                  è di scuola ḥanif ta [cioè seguace di Abū Ḥanīfa]:
                  “Non cercare la facilitazione di aš-Šāf ʿī in ciò che ti
                  è stato rivelato”. E così per ognuno di loro! Questa
                  è  una  delle  più  grandi  calamità  nella  religione!
                  Questo  equivale  ad  imporre  la  ristrettezza  (ḥaraǧ),
                  mentre Allah ha detto: “Egli non ha posto per voi
                  nella religione alcuna ristrettezza!” (Cor. XXII-28).
                  La  Legge  ha  stabilito  la  validità  del  giudizio  del
                  giurisprudente (muǧtahid) ( ) per quanto riguarda lui
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            per la comunità, precisando nella Introduzione [I 36.1]: “la teologia, nonostante la sua
            nobiltà, non è necessaria per la maggioranza degli uomini, bensì uno solo che se ne
            occupi nel territorio è suf  ciente, come è per il medico! I dottori della Legge (fuqahā’),
            cioè i sapienti dei rami della religione, non sono in questa situazione, dacché gli uomini
            hanno bisogno di molti sapienti della Legge”.
            3  )  Nel  Cap.  366  [III  336.8]  Ibn  ʿArabī  riporta  come  esempio  i  contrasti  tra:  “gli
            ḥanif ti ed i šaf ʿiti riguardo alle questioni su cui sono in disaccordo. Ci è stato infatti
            riferito che i seguaci di queste due scuole nei territori dei non arabi si combattono
            incessantemente gli uni gli altri e che molti di essi sono morti, che essi arrivano persino
            a rompere il digiuno nel mese di Ramaḍān in modo da essere più in forza per le loro
            battaglie!”.
            4  )  Muǧtahid  è  il  participio  attivo  del  verbo  iǧtahada,  VIII  forma  del  verbo  ǧahada,
            che  signif ca  sforzarsi,  applicarsi  con  zelo.  Ho  tradotto  questo  termine  come
            “giurisprudente” per analogia con il latino juris prudentes, nome attribuito in epoca pre-
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