Page 10 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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Muḥyīddīn ibn ʿArabī                                    9

            Ora, la conoscenza dettagliata dei fondamenti dei giudizi
            legali non è richiesta a tutti i credenti, poiché esigerebbe
            uno studio approfondito non solo del Corano, ma anche
            della Sunna, non certo alla portata di tutti; i depositari di
            tale conoscenza sono i dottori della Legge (fuqahāʾ) ed è a
            loro che i credenti devono rivolgersi nelle situazioni in cui
            non sanno come comportarsi, conformemente al versetto
            “Chiedete alla gente dello ḏikr se non sapete” (Cor. XVI-43)
            spesso citato da Ibn ʿArabī a questo riguardo.

            Coloro che non sanno devono quindi chiedere a coloro che
            sanno,  ma  poiché  non  vi  è  mai  ripetizione  nell’esistenza
            e le situazioni, ancorché simili, non sono mai identiche, i
            dottori della Legge devono fare uno sforzo di ricerca nelle
            tre fonti riconosciute per trovare una indicazione o prova
            (dalīl) che consenta di formulare un giudizio (ḥukm) corretto
            sulla questione posta. Questo sforzo, nel dominio religioso
            o  exoterico  è  denominato  iǧtihād,  da  una  radice  che  ha
            appunto il signif cato di sforzarsi al massimo delle proprie
            possibilità ( ), e colui che compie tale sforzo, tra i dottori
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            della Legge è chiamato muǧtahid.

            Ibn ʿArabī fornisce la seguente def nizione:

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                  stabilire  ex-novo  un  giudizio,  poiché  ciò  è  un



            7  ) Nel Cap. 198 [II 477.31] Ibn ʿArabī precisa: “Sappi che talora il giurisprudente si
            sbaglia su come le cose stanno realmente, e malgrado ciò Egli lo ha asservito a quello,
            ed gli ha conferito per quello la ricompensa dello sforzo di giurisprudenza per ciò che
            esso comporta come fatica (mašaqqa), in quanto essa [la giurisprudenza (iǧtihād)] deriva
            dallo sforzo (ǧahd), e lo sforzo è l’uso della capacità (wasʿ) in modo specif co, ed Allah
            non ha imposto ai Suoi servitori se non ciò di cui essi sono realmente capaci”.
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