Page 15 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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14 I Segreti Del Digiuno
Ibn ʿArabī, nei capitoli dedicati ai pilastri dell’Islām riporti
più posizioni divergenti dei sapienti, senza mai af ermare
che una è giusta e le altre sono sbagliate: in realtà le due
cose sono strettamente connesse. Quando il giurisprudente
formula il suo giudizio su una particolare questione, avendo
rispettato le regole della giurisprudenza, è tenuto in proprio
a conformarsi a tale giudizio ( ), come se fosse quello giusto,
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ed il suo giudizio è comunque ratif cato come valido, anche
se è “sbagliato”:
“A proposito della descrizione del Ṣīrāṭ viene riportato
che “esso è più sottile di un capello e più tagliente
di una lama”( ); allo stesso modo è la scienza della
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Šarīʿa in questo mondo. Non si sa quale sia presso
Allah l’aspetto del vero riguardo alla questione,
né chi tra i giurisprudenti sia individualmente nel
giusto. Per questo siamo asserviti (tuʿubbidnā) alle
prevalenze delle opinioni, dopo aver impiegato
tutte le forze nella ricerca della indicazione, non [in
quella] dello ḥadīṯ con molte catene di trasmissione,
né dello hadīṯ riportato da un solo trasmettitore,
valido e noto. Infatti la scienza che si ricava dallo
hadīṯ con molte catene di trasmissione (mutawātir)
equivale alla scienza testuale di ciò che viene
riportato che l’Inviato di Allah, che Allah faccia
scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace, ha detto
ricompensato.
12 ) Ibn ʿArabī usa a questo proposito il verbo taʿabbada, asservire, nel senso che il
giurisprudente è assoggettato da Allah al contenuto del suo giudizio ed il metterlo in
pratica assume per lui valore rituale.
13 ) Ḥadīṯ riportato da Muslim, I-302, e da Ibn Ḥanbal.