Page 15 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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            Ibn ʿArabī, nei capitoli dedicati ai pilastri dell’Islām riporti
            più posizioni divergenti dei sapienti, senza mai af ermare
            che una è giusta e le altre sono sbagliate: in realtà le due
            cose sono strettamente connesse. Quando il giurisprudente
            formula il suo giudizio su una particolare questione, avendo
            rispettato le regole della giurisprudenza, è tenuto in proprio
            a conformarsi a tale giudizio ( ), come se fosse quello giusto,
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            ed il suo giudizio è comunque ratif cato come valido, anche
            se è “sbagliato”:

                  “A proposito della descrizione del Ṣīrāṭ viene riportato
                  che “esso è più sottile di un capello e più tagliente
                  di una lama”( ); allo stesso modo è la scienza della
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                  Šarīʿa in questo mondo. Non si sa quale sia presso
                  Allah  l’aspetto  del  vero  riguardo  alla  questione,
                  né chi tra i giurisprudenti sia individualmente nel
                  giusto.  Per  questo  siamo  asserviti  (tuʿubbidnā)  alle
                  prevalenze  delle  opinioni,  dopo  aver  impiegato
                  tutte le forze nella ricerca della indicazione, non [in
                  quella] dello ḥadīṯ con molte catene di trasmissione,
                  né  dello  hadīṯ  riportato  da  un  solo  trasmettitore,
                  valido e noto. Infatti la scienza che si ricava dallo
                  hadīṯ  con  molte  catene  di  trasmissione  (mutawātir)
                  equivale  alla  scienza  testuale  di  ciò  che  viene
                  riportato  che  l’Inviato  di  Allah,  che  Allah  faccia
                  scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace, ha detto



            ricompensato.
            12  ) Ibn ʿArabī usa a questo proposito il verbo taʿabbada, asservire, nel senso che il
            giurisprudente è assoggettato da Allah al contenuto del suo giudizio ed il metterlo in
            pratica assume per lui valore rituale.
            13  ) Ḥadīṯ riportato da Muslim, I-302, e da Ibn Ḥanbal.
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