Page 11 - I Segreti del digiuno al Futuhat FINAL
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                  errore  ( ),  bensì  la  giurisprudenza  sancita  dalla
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                  Legge  consiste  nella  ricerca  della  indicazione  dal
                  Libro, o dalla Sunna, o dal consenso (iǧmāʿ), e dalla
                  comprensione dell’arabo, per confermare (iṯbāt) un
                  giudizio  su  quella  questione  per  mezzo  di  quella
                  indicazione che ti sei sforzato di ottenere” [Cap. 380
                  (III 502.17)].

            Più volte egli ribadisce che la giurisprudenza è sancita dalla
            Legge, ed i fondamenti testuali di questa af ermazione sono
            almeno tre. Quello più esplicito si trova nel seguente ḥadīṯ:
            “Quando un giudice (ḥākim) formula un giudizio, avendo
            fatto uno sforzo di giurisprudenza (iǧtahada), ed è nel giusto,
            vi  saranno  due  ricompense  per  lui;  e  se  egli  formula  un
            giudizio,  avendo  fatto  uno  sforzo  di  giurisprudenza,  ma
            sbaglia, vi sarà una [sola] ricompensa per lui” ( ). Nel Corano
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            non si trova né il termine muǧtahid, né il verbo iǧtahada, ma vi
            è una espressione che ricorre nel versetto 83 della Sūra IV, e
            che Ibn ʿArabī riferisce ai giurisprudenti:

                  “[…]  egli  è  colui  che  nel  linguaggio  dei  sapienti
                  exoterici  viene  chiamato  il  giurisprudente,  che
                  secondo loro [i sapienti exoterici] deduce il giudizio.
                  Egli è il sapiente, per il detto di Allah: “e lo saprebbero
                  coloro tra di voi che cercano di sapere (yastanbiṭūn)”
                  (Cor. IV-83), e questa è oggi la quota di legiferare
                  che resta agli uomini dopo l’Inviato di Allah, che
                  Allah faccia scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace,


            8  ) Lo stabilire ex-novo una regola è prerogativa degli Inviati o dei Profeti legiferanti.
            9  )  Hadīṯ  riportato  da  al-Buḫārī,  XCVI-20  e  21,  Muslim,  XXX-15,  Abū  Dāʾūd,
            XXIII-2, an-Nasā’ī, XLIX-3, Ibn Māǧa, XIII-3, e da Ibn Ḥanbal.
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