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10 I Segreti Del Digiuno
errore ( ), bensì la giurisprudenza sancita dalla
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Legge consiste nella ricerca della indicazione dal
Libro, o dalla Sunna, o dal consenso (iǧmāʿ), e dalla
comprensione dell’arabo, per confermare (iṯbāt) un
giudizio su quella questione per mezzo di quella
indicazione che ti sei sforzato di ottenere” [Cap. 380
(III 502.17)].
Più volte egli ribadisce che la giurisprudenza è sancita dalla
Legge, ed i fondamenti testuali di questa af ermazione sono
almeno tre. Quello più esplicito si trova nel seguente ḥadīṯ:
“Quando un giudice (ḥākim) formula un giudizio, avendo
fatto uno sforzo di giurisprudenza (iǧtahada), ed è nel giusto,
vi saranno due ricompense per lui; e se egli formula un
giudizio, avendo fatto uno sforzo di giurisprudenza, ma
sbaglia, vi sarà una [sola] ricompensa per lui” ( ). Nel Corano
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non si trova né il termine muǧtahid, né il verbo iǧtahada, ma vi
è una espressione che ricorre nel versetto 83 della Sūra IV, e
che Ibn ʿArabī riferisce ai giurisprudenti:
“[…] egli è colui che nel linguaggio dei sapienti
exoterici viene chiamato il giurisprudente, che
secondo loro [i sapienti exoterici] deduce il giudizio.
Egli è il sapiente, per il detto di Allah: “e lo saprebbero
coloro tra di voi che cercano di sapere (yastanbiṭūn)”
(Cor. IV-83), e questa è oggi la quota di legiferare
che resta agli uomini dopo l’Inviato di Allah, che
Allah faccia scendere su di lui la Sua ṣalāt e la Pace,
8 ) Lo stabilire ex-novo una regola è prerogativa degli Inviati o dei Profeti legiferanti.
9 ) Hadīṯ riportato da al-Buḫārī, XCVI-20 e 21, Muslim, XXX-15, Abū Dāʾūd,
XXIII-2, an-Nasā’ī, XLIX-3, Ibn Māǧa, XIII-3, e da Ibn Ḥanbal.