Page 5 - Linne Guida Redazionali
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allegato all. figura fig.* seguente sg.*/seg.*
appendice app. frontespizio front. sezione sez.*
articolo art. grafico graf. tabella tab.
bibliografia bibl. illustrazione ill. tavola tav.*
capitolo cap.* indice ind. titolo tit.
capoverso cpv. lezione lez. tomo t.*
citato cit.* nota nt. vedi sopra v.s.
colonna col.* pagina p.*/pag.* verso v.*
confer cfr.(cfr) paragrafo par.*/§* volume vol.
equazione eq. parte pt. vedi v.
esempio es. prefazione prefaz.
Accento/Apostrofo
na parte fondamentale della grammatica è l’ortografia che regola l’uso
Udei segni grafici e di interpunzione. Tra questi c’è l’accento che va obbli-
gatoriamente segnato soltanto sulle parole tronche (accentate sull’ultima sil-
laba) e può essere grave, acuto o circonflesso (raro).
1 Le vocali a, i, o, u vogliono sempre l’accento grave (à), (ì), (ò),
(ù) a fine parola.
2 La vocale e vuole l’accento
a. grave (è):
• come voce del verbo essere;
• nei nomi di origine straniera (tè, caffè, canapè, nar-
ghilè ecc.);
• nei nomi propri: Noè, Mosè, Giosuè ecc.;
• nelle parole cioè, ahimè, ohimè, piè.
b. acuto (é):
• nelle voci verbali tronche del passato remoto: poté ecc.;
• nei composti di che: perché, poiché, affinché, benché...;
• nei composti di tre: ventitré...; nei composti di re: viceré...;
• nei monosillabi: sé (pronome), né, ché...;
• nella parola mercé.
I monosillabi non vogliono accento tranne nei casi in cui si potrebbe generare
confusione:
• dà (terza persona indicativo presente del verbo dare)
• da (preposizione)
• dì (giorno o imperativo del verbo dire) – di (preposizione)
• è (voce del verbo essere) – e (congiunzione)
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