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in Senato. Per questo trattò con durezza l’antica ARISTOCRAZIA romana
trovato nascosto in un pertugio, prima “furono lega- sterzio poteva valere circa un paio di euro». Insom-
te le mani dietro la schiena”, poi “gli fu messa una cor- ma, a Vespasiano servivano entrate straordinarie pa-
da al collo e gli furono strappate le vesti”, mentre “alcu- ri a 80 dei nostri miliardi. Così l’imperatore inven-
ni gli gettavano immondizie e lo bersagliavano con lo tò una tassa su tutt’altra “merce”: l’urina (v. riquadro
sterco”. Portato seminudo nel foro e dileggiato per i nell’ultima pagina). Funzionò: il “tesoretto” ricava-
suoi difetti fisici (era obeso e claudicante) lo sconfit- to sanò i bilanci e bastò per avviare un piano di edi-
to fu infine “scorticato poco a poco e trainato nel Teve- lizia pubblica che rimise in moto tutta l’economia.
re con un gancio”. Plebeo. Ma chi era l’uomo che normalizzò Roma
Dopo quel trattamento, nessuno osò più opporsi a suon di ganci, cantieri e pipì-tax? Antichi scultori
al nuovo sovrano. ci hanno lasciato varie statue, che però sono così di-
Vespasiano affrontò in modo altrettanto deciso il verse fra loro da far pensare talvolta ad abbellimenti
problema erario. Svetonio, schierato a difesa dei con- agiografici. Il busto ritenuto più attendibile è in Da-
tribuenti recalcitranti, riassunse tutto così: “Non pago nimarca, alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen.
di reclamare le imposte non pagate sotto Galba, di aver- Raffigura un Vespasiano lontano dalla ieratica mae-
ne aggiunte di nuove e assai gravose, di aver aumentato, stà di Augusto e dal fascino torvo di Nerone: ha col-
e talvolta raddoppiato, i tributi delle province, si diede lo taurino, volto squadrato, testa calva, occhi troppo
anche a speculazioni disonorevoli per un semplice citta- vicini per apparire intelligenti; più che un imperato-
dino, acquistando merci all’ingrosso al solo scopo di ri- re, sembra un omone più bravo a lavorare con le ma-
venderle poi, più care, al dettaglio”. D’altra parte il de- ni che con la testa.
ficit andava sanato. Perché stupirsi, in fondo? A differenza dei prede-
«Non sappiamo a quanto ammontasse il Pil cessori (tutti nobili), l’ideatore del Colosseo non van-
dell’Impero romano, quindi non possiamo dire tava certo un pedigree di sangue blu. Suo padre Fla-
PACIFICATI quanto rappresentavano 40 miliardi di sesterzi in vio Sabino aveva fatto l’esattore in Asia, poi l’usuraio
Ricostruzione del rapporto alla ricchezza prodotta», commenta l’ar- in Svizzera. E suo nonno Tito Flavio Petrone era sta-
Tempio della Pace, a cheologo Filippo Coarelli, professore emerito all’U- to prima centurione di Pompeo (sconfitto da Giulio
Roma, inaugurato da niversità degli studi di Perugia. «Possiamo però far- Cesare) poi cassiere di una casa d’aste e “caporale” di
Vespasiano nel 75 e
ampliato e modificato ci un’idea approssimativa del valore della somma in braccianti. Insomma, la gens Flavia era una normale
in epoche successive. base al suo potere d’acquisto: si può dire che un se- famiglia dell’ordine equestre (il ceto medio dei Ro-
R. MENEGHINI/INKLINK (2)
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