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LESSING/CONTRASTO





            Ad Alessandria d’Egitto lo chiamavano “ VENDITORE di

            bastoncini di PESCE”: aveva TASSATO anche quegli SPIEDINI


            mani) “senz’altro oscura e priva di avi di rilievo”, secon-  mente nulla ed era considerato un posto piuttosto
            do il solito Svetonio.                     inospitale per la presenza di lupi che d’inverno cala-
             L’albero genealogico non cambiava granché sul   vano fin tra le case.
            fronte materno: Vespasia Polla, mamma del futu-  Negato. Nemo propheta in patria (“Nessuno è
            ro imperatore, discendeva da una stimata ma pro-  profeta in patria”) dicevano i Latini. Ma Vespasia-
            vincialissima famiglia umbra (i Vespasii, appunto),   no non fu “profeta” neanche in trasferta, almeno da
            il cui massimo vanto era aver dato il nome a una col-  giovane. Prima traslocò a Cosa (oggi Ansedonia di
            lina fuori mano tra Norcia e Spoleto.      Orbetello, Gr) e ad Aventicum (oggi Avenches, in
             Con queste premesse, nessuno avrebbe scommes-  Svizzera), incollato alle gonne di una zia e alla tu-
            so un sesterzio sul futuro del giovane Vespasiano.   nica del papà usuraio. Poi esordì nella vita pubbli-
            Che infatti, prima di diventare militare, per campa-  ca a Roma; ma a un concorso per un posto di edi-
            re si adattò a fare un po’ di tutto: dal mercante di be-  le (una sorta di magistrato) arrivò sesto, cioè ultimo.
            stiame (lo chiamavano “Mulattiere”) all’estorsore di   E se poi ricoprì altri incarichi (pretore, console, pro-
            tangenti. D’altra parte, Vicus Phalacrinae non offri-  console d’Africa) fu grazie all’appoggio del fratello
            va molte opportunità di carriera.          Sabino, più rampante di lui.
             Oggi il paese di Vespasiano si chiama Cittareale e   Quel montanaro inurbato non sembrava davvero
            si trova a 20 km da Amatrice. Qui all’epoca, a par-  nato per l’arte sottile della politica. Nel 51, alla fine
            te le sorgenti del Velino e un tempio dedicato a una   del mandato in Africa (che Svetonio giudicò “corret-
            dea montanara (Vacurea), che contava molti devo-  to” e Tacito invece “screditato e malvisto”), fu preso
            ti nella valle ma nessuno altrove, non c’era pratica-  a rape in faccia dalla folla in tumulto ad Adrumen-


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