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L’EUROPA
DI CARLO REGNO DI DANIMARCA
MAGNO REGNI POMERANI
DEGLI OBODRITI MASOVI
ANGLOSASSONI Sassonia LINONI
Regno dei Franchi nel 751 POLACCHI
Conquiste di Pipino il Breve Aquisgrana SORABI
Conquiste di Carlo Magno Austrasia Praga VISTOLANI
Massima espansione BOEMI
carolingia Parigi MORAVI SLOVACCHI
Popolazioni slave Bretagna Neustria
Impero romano d’Oriente Alemannia Baviera Marca di
e zone d’influenza bizantina Carinzia Pannonia
Confine occidentale Burgundia
del regno di Ludovico Aquitania Milano
Confini del regno di Lotario Lombardia CROATI
Confine orientale REGNO
del regno di Carlo il Calvo REGNO Provenza D’ITALIA SERBI
DELLE Marca Patrimonio
ASTURIE di Spagna
di San Pietro
Roma
Ducato di
Emirato
di Cordoba Benevento
della nobiltà e del clero per trattare questioni poli- stema feudale, in virtù del quale il servizio reso dal
tiche e amministrative. nobile al sovrano veniva ripagato con la terra, ali-
Ma chi garantiva al re che quelle leggi sarebbero mentava un circolo vizioso.
state applicate? A controllare l’operato dei vassal- Il re non poteva fare a meno dei nobili per eser-
li erano i missi dominici, solitamente un conte e un citare il proprio potere, ma questi ultimi si consi-
vescovo (che si controllavano a vicenda), ai quali era deravano di fatto signori delle terre a loro affida-
assegnato un territorio comprendente varie contee. te e le trasmettevano ai loro eredi insieme al tito-
Al loro arrivo, i missi convocavano una seduta, chia- lo. Una forma di abuso di potere che ci suona an-
mata mallus, alla quale dovevano partecipare vesco- cora oggi familiare.
vi, conti e marchesi, i dignitari laici ed ecclesiastici, Moneta unica. Quanto al motore economico,
i funzionari e i giudici (gli “scabini”). Durante la se- l’Europa carolingia era prevalentemente agricola.
duta comunicavano le leggi e interrogavano il popo- Ma non bisogna pensare che la sua economia sta-
lo per verificare che non fossero commesse ingiusti- gnasse nella semplice sussistenza: con le sue rifor-
zie e che le disposizioni venissero applicate. me l’imperatore migliorò la gestione delle risorse
Circolo vizioso. L’esistenza di tutti questi riuscendo a gettare le basi per quella che sarà la po-
meccanismi di controllo rivelava una profonda tenza europea del futuro. Ristrutturò le antiche vie
diffidenza di Carlo nei riguardi dell’aristocrazia. romane, organizzò i latifondi per intensificarne la
Non per niente a tutti i nobili franchi (e in segui- produttività, mise in atto una politica per affronta-
to a tutti i sudditi maschi maggiori di 12 anni) era re le annate di carestia: le eccedenze alimentari pro-
fatto obbligo di prestare un solenne giuramento di dotte nelle villae erano vendute e scambiate in em-
fedeltà al sovrano. pori che sorgevano lungo le principali vie fluviali
Perché questo senso di insicurezza? Le ragioni come il Reno e la Senna, in cui si trovavano anche
erano molte e fondate. Gli abusi dei signori feuda- manufatti come ceramiche, utensili, armi e stoffe.
li nei confronti delle popolazioni erano la norma Per favorire gli scambi commerciali e mettere or-
nelle province dell’impero. Ogni signore tendeva dine nella circolazione della valuta, basata sul siste-
a circondarsi di una rete di clienti a lui fedeli, e tra ma bimetallico in uso nell’Impero romano (mone-
questi vi erano anche uomini armati che formava- te d’oro e d’argento), Carlo introdusse una valu-
no piccoli eserciti privati. Il problema era che il si- ta unica, il denaro d’argento, in pratica l’antena-
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