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MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN









                            sopra le macerie lasciate dalla rivolta popolare del   delle campagne belliche, dissanguarono l’impero.
                            532, che distrusse l’intera città. Esempio insupe-  Bisanzio si svenò per sottrarre l’Africa ai Vanda-
                            rato di magnificenza, aveva i soffitti rivestiti d’oro   li, riconquistare la Spagna ai Visigoti e riprendersi
                            zecchino e la sua cupola è considerata la madre di   l’Italia ostrogota. Sbilanciato sul fronte occiden-
                            tutte le cupole, l’inizio di un nuovo stile architet-  tale, l’impero si espose agli attacchi dei Bulgari e
                            tonico. Ma le spese di realizzazione, unite ai costi   soprattutto dei Persiani. Solo il genio e la pervi-
                                                                       cacia di condottieri come Belisario e Narsete evi-
                                                                       tarono all’imperatore cocenti disfatte.
                                                                         In bancarotta. Né le numerose riforme am-
             La riforma più duratura: il diritto                       ministrative, né la finanza creativa del geniale mi-
                                                                       nistro Giovanni di Cappadocia, bastarono a com-
                 ’impresa più importante e   Il codice dell’impero. A una prima   pensare l’aumento delle spese e il calo delle entrate
                 immortale di Giustiniano   edizione, il Codex Iustinianus, ap-  dovute a clientelismi, privilegi e corruzione. I cata-
             Lè, assieme alla fondazione   parso nel 529, seguì, nel 534, una   clismi naturali, le carestie, le epidemie di peste che
              dell’architettura bizantina, il rior-  seconda stesura integrata con le
              dino e razionalizzazione dei vari   nuove leggi (le Novelle) emanate   flagellarono Costantinopoli e i territori balcanici
              codici giuridici promulgati prima   sempre da lui (in tutto ne promul-  in quei decenni incrinarono definitivamente l’im-
              di lui: una riforma che pone le   gò 150): era il Corpus iuris civilis,   magine sacra dell’Augusto. Erano interpretati co-
              basi del diritto moderno euro-  che divenne nel tempo una pietra   me segni di avversità celeste dalle superstiziose po-
              peo. Poco dopo esser stato eletto   miliare della civiltà europea. «At-  polazioni dell’epoca. E contribuirono alla solleva-
              imperatore, nel febbraio del 528   traverso Bisanzio», afferma Silvia   zione del 532 che portò alla distruzione di Bisan-
              d.C., insediò una commissione   Ronchey, «sopravvisse il diritto   zio. In quel momento Giustiniano pensò di darsela
              presieduta dal giurista Tribonia-  romano, che altrimenti sarebbe
              no con l’incarico di operare una   decaduto. E che invece fu utiliz-  a gambe: fu Teodora a richiamarlo a un compor-
              scelta ragionata ed emendata   zato per amministrare una sorta   tamento più consono alla dignità imperiale. Ma la
              delle costituzioni (le disposizioni   di Commonwealth ante litteram   sua figura, tra luci e ombre, resta associata a un pro-
              imperiali) ancora vigenti classifi-  sviluppatosi proprio intorno al   getto fragile, destinato a dissolversi in fretta, come
              cate per soggetto.         diritto romano».              difatti avvenne dopo di lui.           •
                                                                                                       Dario Biagi


                                                                                                            75
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