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Per GOVERNARE un impero così vasto, e DIVISO al
suo interno, fu necessario DECENTRALIZZARE il potere
e affidare i territori alla NOBILTÀ e al clero LOCALI
questioni militari, della giustizia e dell’amministra- sovrano (ma sempre legato dal vincolo di fedel-
zione fiscale, mentre al secondo era delegata la vi- tà). Infine vi erano i regni di “serie A”, come l’Ita-
ta religiosa e culturale. Di solito una contea aveva lia o l’Aquitania, il cui governo era affidato ai figli
il proprio centro in una città importante, soprat- dell’imperatore.
tutto nella zona meridionale delle Gallie o in Ita- Consiglieri e controllori. Carlo Magno
lia, mentre in aree meno urbanizzate poteva com- esercitava il potere attraverso il bannum (il bando).
prendere diversi pagi (villaggi) o raggruppamenti Ovvero attraverso l’obbligo, per i vassalli, di dar-
etnici come i gau (cantoni). gli aiuto militare e obbedienza, e mediante l’emis-
Lungo i confini, soprattutto nelle aree minaccia- sione dei “capitolari”, le leggi imperiali che davano
te da una possibile invasione, le contee erano rag- (un po’ come le raccomandazioni della Commis-
gruppate in “marche”. Il conte di una marca, os- sione Europea, ma molto più vincolanti) istruzio-
sia il markgraf (margravio o marchese), disponeva ni su vari temi: dall’educazione alle tasse.
rapidamente di risorse e truppe in quantità tale da Queste leggi venivano messe a punto nel palaz-
poter fronteggiare gli eserciti nemici. Sorsero così, zo imperiale, ad Aquisgrana, nell’attuale Germa- ALLA CONQUISTA
per esempio, la marca di Spagna, quella di Panno- nia. Qui Carlo si era circondato di un comitatus DELL’ITALIA
nia e quella di Bretagna. costitui to da 12 pari, i paladini più vicini alla sua Carlo Magno
Un discorso a parte va fatto per i ducati (come la persona, con funzione di consiglieri. In più, ogni attraversa le Alpi per
Baviera o il Ducato di Spoleto) con uno spiccato anno si tenevano assemblee generali dette “campi affrontare Desiderio,
il re dei Longobardi,
carattere etnico-territoriale e governati da un du- di maggio” (anche se spesso si celebravano in pie- in un dipinto francese
ca nato e cresciuto in quei luoghi, non imposto dal na estate). Alle riunioni partecipavano esponenti dell’Ottocento.
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