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Con lui l’Impero D’ORIENTE toccò il massimo

             SPLENDORE. Ambizioso, spietato e intelligente, rese più fastosa
                   Costantinopoli e RICONQUISTÒ parte dell’Occidente

           GIUSTINIANO








           IL CONQUISTATORE











                      é alto né basso, di aspetto piacen-                  tivo, capace di feroci repressioni. Riformatore
                      te, florido, con un bell’incar-                       compulsivo, fece e disfece in tutti i campi,
                      nato. Così assicura lo stori-                          dal diritto alle campagne militari, alla teo-
           Nco Procopio, principale fon-                                      logia, al fisco, all’edilizia. Tutti concorda- MONDADORI PORTFOLIO/BRIDGEMAN
           te sulla vita di Giustiniano. E in effetti, a                      no nel dire che fu uno degli ultimi grandi
           guardarlo, ormai cinquantenne, nel fa-                             interpreti della grandeur romana: un ca-
           moso mosaico nella Basilica di San Vitale                          po ambiziosissimo, che osò laddove nes-
           a Ravenna, drappeggiato in una sontuosa                           suno dei predecessori aveva osato, talvolta
           clamide e circondato dal suo staff imperiale,                    con lungimiranza.
           con le guance rubiconde e i grandi occhi vigi-                   Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano era na-
           li, sembra un giovanotto. Un giovanotto con l’au-            to nel 482 (o nel 483) da una povera famiglia di
           reola della divinità.                                       contadini dell’Illirico, a Tauresium, in una regio-
             Indistruttibile. A quel tempo Giustiniano se-  L’ORO DI   ne che allora si chiamava Dardania e oggi Mace-
           deva da cinque anni sul trono imperiale di Bisan-  BISANZIO   donia. Di lui si prese cura lo zio Giustino, alto uf-
                                                       Due monete
           zio, cui era asceso in età matura. E il suo regno era   imperiali,   ficiale dell’esercito e poi imperatore dal 518. Giu-
           ancora lontano dall’epilogo. Di certo, gli va rico-  chiamate solidus,   stino, che non aveva eredi, puntò tutto sul nipote.
           nosciuta una forte fibra: regnò a lungo, dal 527 al   (VI secolo).   Ne seguì un’adeguata formazione intellettuale, la
           565, ne combinò di tutti i colori – si ammalò pu-           carriera militare, l’apprendistato a Costantinopo-
           re di peste, nel 542 – e raggiunse comunque la ve-          li, metropoli multietnica. Il giovane campagnolo
           neranda età di 83 anni.                                     ne fu talmente affascinato, che praticamente non
             Era uno stakanovista e un asceta. Dormiva una             si mosse più di lì, dal palazzo di Hormisdas e poi
           o due ore per notte. Il suo cervello era in perenne         dal Gran Palazzo, al contrario della futura consor-
           ebollizione, malgrado seguisse una dieta poverissi-         te, l’inquieta Teodora, che fin da giovane aveva gi-
           ma, vegetariana: pinzimonio e poco altro, secondo           rato il mondo con animo da avventuriera.
           il suo tendenzioso biografo. Un suo funzionario,              Teologo e giurista. Non sappiamo con cer-
           Giovanni Lido, lo definì per questo “il più insonne            tezza quali siano stati i suoi studi, ma l’univer-
           di tutti gli imperatori”. E Procopio, che lo dete-               sità e la biblioteca di Bisanzio erano già mol-
           stava ma era costretto a elogiarlo nelle crona-                    to quotate a quei tempi e possiamo dedur-
           che ufficiali, quando poteva sbottonarsi, co-                       re, dalla passione che Giustiniano mo-
           me nei suoi Anekdota, si sfogava dipingen-                           strò per tutta la vita per le discussioni
           dolo, anche per questo iperattivismo, come                           giuridiche e dottrinarie, che si sia for-
           il diavolo in persona.                                               mato in ambito giuridico e teologico.
             Autocrate. Altri osservatori ce lo descri-                         «Sua arena e palestra», ha scritto lo sto-
           vono invece equilibrato, gentile, poco incli-                        rico Giorgio Ravegnani, furono «i testi
           ne agli eccessi, persino timido. Ciò non to-                        degli storici, le raccolte di rescritti (pa-
           glie che fosse un autocrate, spietato e vendica-                   reri legali, ndr) imperiali e il patrimonio


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