Page 69 - Focus Storia Collection Dicembre 2017_edicola-news
P. 69

“basso impero”, “tarda antichità”, “tardo
           impero”. In ogni caso, un periodo con ca-  E la parte orientale durò altri mille anni
           ratteristiche sue peculiari, né migliore né
           peggiore di quelli che l’avevano precedu-    uando Costanti-  la orientis; ma mentre   mano sopravvisse così
           to: solo differente.                         no ascese al tro-  in Occidente la crisi del   per altri mille anni nella
             Linea di confine. Per convenzione la   Qno, nel 306, ebbe   potere portò nel 476   sua parte orientale,
           linea di demarcazione tra l’Antichità e il   l’intuizione di vedere in   all’estinzione di quella   dapprima sopranno-
                                                  una città greca dell’Asia
                                                                       parte dell’impero, in
                                                                                           minato romeo, poi
           Medioevo ha una data precisa: il 476, an-  Minore, sorta proprio   Oriente la stabilità   bizantino, riprendendo-
           no in cui un ragazzo dal nome altisonan-  nel punto di passaggio   dinastica    si perfino per qualche
           te, Romolo Augusto, fu pacificamente de-  tra Asia ed Europa, una   fu molto solida, e fin   decennio, con Giustinia-
           posto da un capo barbarico (ma al servi-  nuova, e più strategica,   dall’alba del V seco-  no, l’Italia e l’Africa. Solo
           zio dell’impero).                      capitale dell’impero. Si   lo l’affermazione di   alla fine del Medioevo,
             Verrebbe da dire che i veri colpevoli si-  chiamava Bisanzio e,   stranieri nei ranghi   ormai ridotto per
           ano stati proprio loro, i barbari. Di certo   dopo la riedificazione   dell’esercito fu inesora-  estensione ai dintorni
                                                  voluta dal sovrano,
                                                                       bilmente stroncata da
                                                                                           di Costantinopoli, rice-
           i barbari c’entrano, in un modo o nell’al-  avrebbe preso il nome di   violente ondate xenofo-  vette il colpo di grazia
           tro. Lo storico inglese Peter Heather ha   Costantinopoli.  be, sbarrando la strada   dai Turchi ottomani
           evidenziato come la progressiva erosione   Divisione. I successori   a qualunque barbaro   nel 1453. Complessi-
           di territori avesse sottratto all’amministra-  del grande imperatore   – dal goto Gainas all’ala-  vamente la civiltà nata
           zione centrale reclute per l’esercito e risor-  andarono consolidando   no Aspar – aspirasse a   sulle sponde del Tevere
           se per pagare le truppe, rendendo lo Stato   la tendenza a dividere il   un potere superiore a   aveva governato, nelle
           sempre più indifeso di fronte alle minac-  mondo romano in due   quello del sovrano.  sue diverse forme, oltre
                                                                                           2mila anni.
                                                                       Longevo. L’Impero ro-
                                                  partes, la occidentis e
           ce. L’impero cominciò ad andare a pezzi
           dal 378, quando i Goti vinsero i Romani
           ad Adrianopoli e scorrazzarono indistur-
           bati in Tracia (tra le attuali Grecia e Tur-  sto molti storici non credono che popoli  barbari che si sostituiscono agli impera-
           chia): da allora fu un susseguirsi di inva-  rozzi e disorganizzati abbiano terminato  tori. Un impero in procinto di morire di
           sioni e scorrerie lungo tutti i confini.   uno Stato ben strutturato. Ramsay Mac-  vecchiaia, insomma, del quale, in Occi-
             Un circolo vizioso. Persa l’Africa a  Mullen, uno degli storici più attratti dal-  dente, altri popoli raccolsero il testimo-
           opera dei Vandali, persa la Gallia, divi-  le “cause interne”, ha incentrato la sua  ne prima che si spegnesse definitivamen-
           sa tra Visigoti, Alani, Burgundi, Franchi  analisi sulla perdita di etica nella gestione  te, rivitalizzandolo.
           e Alemanni, persa la Spagna, oggetto di  della cosa pubblica. Lo studioso ha evi-  Certo, hanno impiegato secoli e secoli
           disputa tra Visigoti e Suebi, perse le re-  denziato la diffusione capillare della cor-  – almeno tutti quelli dell’Alto Medioevo
           gioni danubiane, risucchiate dagli Unni  ruzione nella burocrazia imperiale, e an-  – per riportare il livello dell’amministra-
           e dai loro popoli satellite, l’amministra-  che nell’esercito, con tangenti pressoché  zione, delle arti e della società a una qua-
           zione divenne sempre più rapace nei con-  istituzionalizzate, in una sorta di “priva-  lità paragonabile a quella dell’Impero ro-
           fronti della popolazione rimasta (perden-  tizzazione” dell’impero che ne minò la  mano dell’età aurea. Ma, lungi dall’esse-
           done il sostegno con tassazioni insosteni-  coesione politica, l’efficienza amministra-  re un elemento di rottura con la romani-
           bili) e sempre meno solvente verso l’eser-  tiva e la solidità finanziaria. I governatori,  tà, ne sono stati i prosecutori, adottando
           cito (col tempo pagato non più in solidi,  poi, interessati al profitto personale, im-  i sistemi di amministrazione dei loro pre-
           soldi, ma in natura, ovvero obbligando le  poverivano le province con la loro rapaci-  decessori, in parte le loro leggi, e forgian-
           stremate popolazioni locali a fornirgli ve-  tà, senza che qualcuno, da Roma, provve-  do, attraverso i cosiddetti regni “romano-
           stiario, cibo e perfino alloggio). Il cerchio  desse ad arginarne gli eccessi. La venalità  barbarici”, molti degli Stati di cui si com-
           si chiuse quando i barbari – sempre loro  insomma erose l’impero più di ogni altro  pone oggi l’Europa.
           – reclutati nelle armate romane per com-  fattore. Ne emerge il quadro di una crisi   Dunque la portata della fine della ci-
           pensare la carenza di reclute, insoddisfat-  economica progressiva, aggravata dall’in-  viltà romana va ridimensionata. Nel 476
           ti della paga, arrivarono a esigere territo-  flazione, dalla svalutazione e da una tas-  i barbari pugnalarono l’Impero romano
           ri in Italia ed eliminarono il comandante  sazione spropositata, nella quale conflu-  senza ucciderlo, lo resero monco. Mon-
           supremo dell’esercito, Flavio Oreste, che  irono le disfunzioni di un sistema sfug-  co della sua parte occidentale, dove non
           si opponeva alle loro pretese, deponendo  gito al controllo degli imperatori, sem-  si ritenne più necessaria la presenza di un
           suo figlio, l’imperatore Romolo Augusto.  pre più isolati.          sovrano unico. A Oriente, invece, l’Im-
           Il resto, tutto il resto, sembra essere so-  Passaggio di testimone. Siamo in-  pero romano durò altri mille anni: solo
           prattutto frutto di consunzione, quasi fi-  dubbiamente di fronte a un impero or-  alla fine del Medioevo, ormai ridotto per
           siologica in una grande civiltà.   mai indebolito, e quindi non più in gra-  estensione ai dintorni di Costantinopoli,
             Cause interne. Nel caso dell’Impero  do di respingere le minacce, tanto ester-  ricevette il colpo di grazia dai Turchi ot-
           romano, di malfunzionamenti di un siste-  ne, come le infiltrazioni lungo le fron-  tomani nel 1453.   •
           ma logoro se ne trovano a iosa. Per que-  tiere, quanto interne, ovvero i generali       Andrea Frediani


                                                                                                            69
   64   65   66   67   68   69   70   71   72   73   74