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I PADRI DELLA
            GRANDE
            GERMANIA
           Una stampa
           riproduce in scala
           Federico II, Otto von
           Bismarck e Hitler:
           tutti e tre fecero
           dell’imperialismo e
           del militarismo di
           Stato un caposaldo
           del loro governo, pur
           con diverse modalità.
















           Ogni giorno, anche da anziano, ISPEZIONAVA di persona

           le truppe, come COMANDANTE in capo dell’esercito

                              Così, quando a 18 anni osò un rocambolesco ten-  il suo potere sull’esercito, portando avanti con suc-
                            tativo di fuga con il suo “amico speciale”, il tenen-  cesso l’opera di modernizzazione e nazionalizzazio-
                            te von Katte, la punizione fu esemplare. Il padre or-  ne già avviata. Con qualche novità. «Rese importan-
                            dinò la morte dell’amante e a Federico fu imposto   te il ceto nobiliare dell’aristocrazia terriera stanziata
                            di assistere all’esecuzione. Il futuro re obbedì e, die-  nella Prussia Orientale (gli junker), inserendola nel-
                            ci anni dopo, sposatosi controvoglia, ereditò il co-  la macchina dello Stato», aggiunge lo storico. «Tra-
                            mando del Paese, gettando le basi per quella che sa-  sformò i possidenti in ufficiali di carriera, dando lo-
                            rebbe diventata la superpotenza tedesca: correva   ro un prestigio che aumentava con il successo mili-
                            l’anno 1740.                               tare dello Stato: più la Prussia vinceva, più loro di-
                              Obbedire con amore. “La corona è un cappello   ventavano importanti. Non si capirebbero le origini
                            che lascia passare l’acqua”, scrisse nelle sue memorie   del mito tedesco della nazione militare, senza que-
                            il sovrano con piglio autoironico. Aggiungendo pe-  sta premessa».
                            rò che “il principe è il primo servitore e il primo ma-  E che la Prussia fosse diventata un regno di solda-
                            gistrato dello Stato”. «In queste due espressioni c’è la   ti, lo dicono i numeri: all’avvento di Federico il Pae-
                            sintesi del suo governo», spiega Ronald Car, docen-  se aveva 2.250.000 sudditi e manteneva sotto le ar-
                            te di Storia delle istituzioni politiche all’Universi-  mi 81.000 soldati, cioè il 7% della popolazione ma-
                            tà di Macerata. «Il re da un lato smetteva di essere   schile, mentre la nazione allora più potente d’Euro-
                            un individuo che viveva tra i lussi della corte e por-  pa, la Francia, con 20 milioni di abitanti (nove volte
                            tava avanti solo gli interessi personali o di famiglia.   quelli della Prussia) aveva un esercito grande appe-
            BOMBE SU        Dall’altra diventava un uomo di Stato pronto a sa-  na il doppio.
            DRESDA
           A sinistra, il primo   crificarsi per il bene comune. Le conseguenze furono   Occasioni di mostrare i muscoli, agli ufficiali, non
           bombardamento    enormi, perché il sovrano si trasformava in un mo-  mancarono: una delle prime occasioni fu combat-
           di Dresda del 1760   dello da seguire. A lui si doveva “obbedire con amo-  tere per unire le vulnerabili terre prussiane allora
           in un quadro di   re”. Si insinuava insomma nella cultura politica te-  ancora sparpagliate qua e là: il regno era infatti un
           Bernardo Bellotto:
           la distruzione della   desca il principio dell’idealizzazione del capo. Prin-  potpourri di possedimenti che dal 1600 in poi si le-
           città fu ordinata   cipio che Bismarck e Hitler strumentalizzeranno a   garono alla dinastia degli Hohenzollern.
           da Federico II ed   loro vantaggio».                          Protestanti contro cattolici. La prima a pa-
           evoca l’altra tragica   Come tutti i despoti illuminati del ’700, anche Fe-  garne le spese fu Maria Teresa d’Austria, da pochissi-
           distruzione della città
           avvenuta nel 1945 a   derico II si circondò di intellettuali, musicisti e pen-  mo a capo del cattolicissimo Impero asburgico. Nel
           opera degli Alleati.  satori. Ma, essendo figlio di suo padre, puntò tutto   dicembre del 1740, senza nemmeno una dichiara-


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