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BRIDGEMAN/ALINARI
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Erano gli effettivi quando Federico morì. Era il numero degli uomini inquadrati nei
Per metà erano prussiani, gli altri stranieri sette nuovi reggimenti creati dalla riforma
(tedeschi e no), volontari o coscritti. dell’esercito voluta dal sovrano prussiano.
zione di guerra, Federico II fece il suo primo capo- luminato, aperto alla tolleranza religiosa e alla poe- L’ESERCITO
lavoro di realpolitik invadendole, in barba ai tratta- sia. Non solo: Federico II fu anche un riformatore. PRUSSIANO
ti, un suo territorio: la ricca regione della Slesia (per Semplificò il sistema giudiziario, introdusse nel co- Uno dei segreti del
metà abitata da protestanti). Poi guardò a est, secon- dice civile nozioni del moderno Stato di diritto, snel- successo militare
prussiano fu la tattica:
do un antico mantra: “Nel Medioevo per i tedeschi l’est lì i processi e abolì la tortura. la fanteria avanzava in
era un po’ come il vecchio west per gli americani: una Senza pensieri? Quando non era sui campi di formazione compatta
frontiera, un Paese immenso da colonizzare. È quello battaglia il monarca-condottiero si trasformava in con moschetto
e baionetta; la
che in tedesco si chiama Drang nach Osten, la spinta un re-filosofo, passando il tempo nella sua Versailles, cavalleria attaccava
verso est che fino all’epoca nazista ha continuato a se- che sorgeva a Potsdam, dal nome evocativo: Sans- con la sciabola sui lati.
gnare il rapporto dei tedeschi con le pianure dell’Europa Souci (senza pensieri).
Orientale”, scrive infatti Alessandro Barbero nel suo Qui componeva poemi o suonava il flauto, la-
Federico il grande (Sellerio). Entrò infine a gamba te- sciando riaffiorare un’emotività cinica e disperata
sa nello scacchiere internazionale dando vita alla co- che, a dispetto del nome del palazzo, rivelava una
siddetta Guerra dei sette anni (v. riquadro nelle pagi- natura tutt’altro che spensierata. “Gli uomini non
ne precedenti) tra lo sgomento delle corti internazio- sono fatti per la verità, per me sono come un branco
nali. Divenne epica, per la costruzione del suo mito, di cervi nel parco di un grande nobile, che non serve
la battaglia del dicembre del 1757 a Leuthen, dove a nient’altro se non a riprodursi e a popolare il parco”.
sconfisse l’esercito imperiale austriaco. Lo scontro si Sui tempi nuovi invece non aveva le idee chiarissi-
concluse con la pianura innevata cosparsa di neve e me: “Questa elettricità, tutti ne parlano, ma è chiaro
sangue e i superstiti prussiani in ginocchio che can- che è soltanto un giochino!”, scrisse al filosofo D’A-
tavano un corale per ringraziare Dio della vittoria. lembert. Gli intellettuali, d’altronde, al suo tavolo
Grazie anche a queste imprese Federico si guadagnò non mancavano mai. Il preferito era Voltaire, con
l’epiteto di Unico, poi divenuto il Grande. Con buo- cui ebbe sempre un rapporto esclusivo. “Io vorrei
na pace di Maria Teresa d’Austria, che continuava a possedervi”, gli disse Federico; lui, più anziano di
chiamarlo “le méchant homme”, l’uomo cattivo. Ep- vent’anni, si sottrasse alle avances, ma non rinun-
pure dietro la corazza del demone capace di una po- ciò mai alla lusinga di avere un giovane re ai suoi
litica spregiudicata e aggressiva, c’era uno spirito il- piedi. Anche Johann Sebastian Bach per un certo
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