Page 14 - Ottobre 2017 interno finale_Neat
P. 14
da un tribunale all’altro per venti anni. Nel 1903
finalmente si giunse ad una transazione con l’impresa
ormai fallita. Sempre dal Costa apprendiamo che
l’acquedotto rimase com’era e la fortuna dei sassaresi,
o almeno di una parte di essi, fu che l’acqua delle
sorgenti di Bunnari penetrò nel bacino, portando
quindi acqua potabile per lo meno nelle case delle
famiglie più agiate. Il resto della popolazione - alla
fine dell’ottocento Sassari contava circa 8500 famiglie
- si arrangiò come aveva sempre fatto: con gli
acquaioli che portavano l’acqua a dorso d’asino dalla
fontana di Rosello. Torniamo ai giorni nostri.
Attraversando la passerella di cemento ai piedi della
centralina più bassa (e passando quindi il rio Bunnari,
invisibile a causa della vegetazione ma costantemente
presente col suo scroscìo) e inoltrandosi in una
macchia di rovi e arbusti, si arriva a una lunga
scalinata di cemento che porta fino alla sommità della
diga. Giunti in cima, andando a sinistra si percorre la
diga vera e propria, dalla quale ci si può affacciare sul
bacino, ormai vuoto e con l’erba secca e incolta,
segnata dai sentieri aperti delle capre, oppure sulla
valle, verde e rigogliosa nonostante la siccità degli
ultimi mesi. Ben visibile il segno che ha lasciato
l’acqua sulle pareti rocciose, il quale dà l’idea del
livello del bacino e della quantità di acqua contenuta.
Andando invece a destra e superando una recinzione,
si trova, seppur con qualche difficoltà, un sentiero che
si insinua tra gli alberi e gli arbusti e porta a un
camminamento che congiunge la diga del 1878 con
un’altra diga, detta “di Bunnari alto”, costruita mezzo
chilometro più a monte tra il 1930 e il 1932 per far
fronte alla crescente espansione urbana e al
conseguente bisogno d’acqua. Questa seconda diga,
più moderna da un punto di vista costruttivo e
strutturale, va a delimitare un bacino di 1.200.000
metri cubi. Il camminamento è costituito, nella sua
parte iniziale, da una passerella che costeggia a mezza
altezza la parete rocciosa - praticamente sospesa nel
vuoto sul bacino con parte della ringhiera di protezione
crollata - e da una corta galleria. Superando la galleria
si può intravedere la diga “nuova”. La storia della
diga “di Bunnari basso” si concluse nel 1999. La
14