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Giuseppe Romita il famoso Acquedotto
(oggi intestato al compianto Vanni Sanna)
Iniziamo dal rettangolo di gioco, che non è lo stesso del 1903
ma che, per molti decenni e fino ai giorni nostri, è stato il palco-
scenico di tutte le imprese della Torres, nonché testimone incolpe-
vole di molte sventure calcistiche e non. Come si può constatare
dalle preziose foto d’epoca, la Curva Sud era molto più popolata
di una Nord incompleta e rimasta tale fino alla costruzione di tutto
l’anello, ma sempre frequentata dai tifosi più affezionati e acca-
niti. La Nord aveva alle spalle l’aperta campagna ricca di uliveti
e percorsa da un solo viottolo che conduceva a Monti Bianchinu
prima della realizzazione di Via Giuseppe Romita e di tutte le al-
tre strade della zona Luna e Sole. A quei tempi circolavano pochi
sodi, soprattutto fra i giovani, per cui era in voga, per le gare di una
certa importanza, anche il fenomeno dei cosiddetti portoghesi, che
“sgabuzzavano” dal muro di cinta o che si accomodavano nella
famigerata “tribuna alberata”. Allora si andava allo stadio con
largo anticipo per accaparrarsi le pietre migliori su cui sedersi e
non mancavano neppure coloro che si portavano uno sgabello ru-
dimentale da casa per non restare in piedi durante tutti i 90 minuti
e oltre. Un ultimo particolare (prima della realizzazione di Piaz-
zale Segni e della costruzione del Palazzetto) per richiamare la
vostra attenzione sulla Palazzina Comando dell’ex Caserma Conti
(poi trasformata in Sanatorio e ora adattata a Poliambulatorio) con
la sua altissima ciminiera per lo smaltimento dei rifiuti, struttura
letteralmente rasa al suolo da un potente fulmine notturno che,
negli anni ‘70, fece sobbalzare nel letto molti sassaresi.
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