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Latte di pecora e di mucca, fanno formaggio buono e profu-
mato!”
“Le salsicce le ha portate la moglie del macellaio Maria Anto-
nia. Hanno ammazzato i primi maiali verso la fine di Settem-
bre, festa della bella madonna del Tindari. Assaggiane un pez-
zetto per vedere come son fatte bene e stagionate... grazie a
Dio!”
Stavo a casa... proprio a casa... amore di casa... profumo di
casa... sapore di casa! Dio mio avevo fatto bene a non morire.
E tutti quelli che non son tornati? Che ho lasciato lungo la
strada? Mamme... povere mamme... povere spose, povere in-
namorate, povere famiglie!
Sotto la pancia enorme della caldaia, la fiamma saliva, si con-
torceva, tra mille scintille ed uno schioppettio continuo dei
sarmenti che venivano divorati dalla furia del fuoco... intorno
c’era un calduccio che mi invitava al sonno, ed un cinguettio
di persone che domandavano e rispondevano e mi tenevano
desto... per forza. Ma era proprio vero? 0 sognavo? Quante
volte me lo sono domandato. Ma stavo per addormentarmi
appoggiato alla tavola quando la voce di papa’, come quella di
un ufficiale in piena battaglia, fece fare un silenzio riverente.
“Calogero... e tutti... i maccheroni sono cotti... a tavola!”
“Prima di cominciare... da buoni cristiani, preghiamo”.
“Signore ti ringraziamo... per il figlio che ci hai ridato sano e