Page 156 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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di cui sperava che avrebbe pottUo un giorno bere il sangue. Ma
più de’ suoi mali iwrticolari, gli dole che a Mfegara abbiano trion-
falo i malvagi (rosi chiama il popolo) a danno dei boni e dei
rirttiosi (cioè gli aristocratici). E nel .suo o<lio feroce inVoca un
tiranno ; e già se l’ immagina al potere ; e gli raccomanda di col-
pestare quel popolo inseritalo, di fargli sentire la punta del pun-
golo, e di aggravargli il giogo sul collo. Malgrado tali disordini,
Megara fa nel sesto secolo più popolata e potente che nei due se-
coli s(!guenti, i più splendidi delia storia greca. Le colonie cho
s{)edi in luoghi cosi distanti , in Bilinia e nel Bo.sfuro tracio da
una parte, in Sicilia dall’ altra, ci inu.strano die ebbe, una volta,
non meno estensione di commercio nè meno forza navale
d- Atene.
Nella Beottia fu abolita la monarchia sulla fino del secolo
dodicesimo avanti l’èra volgare, per opera certamente di quelle
genti che c’ immigrarono dalla Tessaglia per fuggire la dipen-
denza dui Tessali. 11 suo territorio si diviso allora in circa dodici
Stati indipendenti, i più considerevoli dei quali erano Tebe, Pla-
tea, Tespia, Tanagra e Clieroiiea. Sebbene ciascuno avesse un
governo suo proprio, che generalmente -era oligarchico, pure for-
mavano una confederazione, e certi, affari gli regolavano in co-
mune.. A tale scopo eleggevano annualmente dei generali o ma-
gistrati chiamati beotarchi che presiedevano quattro diversi se-
nati (di cui non abbiamo nessuna notizia nè quanto alla loro
costituzione, né quanto ai loro rapporti colle divisioni del paese),
0 comandavano le forze nazionali. Alla testa della lega, era Tebe
che cercò continuamente, e alla line ci. riuscì, di mutare quella
premiaenza in una dominazione assoluta. In grazia di quella pre-
minenza, aveva il privilegio di nominare due beotarchi , a uno
dei quali spettava forse la presidenza del consiglio federale.
Essendo insorta a Tebe della divisione fra i nobili stessi
che esercitavano il governo di quella città , fu invitato a fare una
, che poco prima era
nova legislazione Filolao, uno dei Bacchiadi
andato a stabilircisi da Corinto.. Fece allora Tebe quello che poi
; di no-
nel medio evo fu uso generale nelle repubbliche italiane
minare cioè Potestà 0 arbitro delle dissensioni civili una per-
sona non appartenente alla loro città. Nelle sue leggi mirò spe-
cialmente Filolao a mantenere le primitive divisioni del territo-
rio, impedendo le accumulazioni dei beni nelle medesime mani ;