Page 155 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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STATI SECONDAHI DELLA GRECIA. 145 .
dalTice di molte colonie, esperta in parecchi rami d’ industria,
preceditrice dell’ altre città jireché nell’ arti <fél disegno e della
pittura, inventrice del più elegante ordine d’ arcliitettura a cui
détte il suo nome, piena sempre di forestieri che ci affluivano da
ogni parte, fu celebre sopra tutte per'la sua immensa prosperità
o pel suo lusso, come anche pei vizi vergognosi e per le super-
stizionf importateci dai forestieri medesimi.
Anticamente Megara fu governata da re, l’ultimo dei quali,
Iperione, mori assassinato. Il governo della città fu allora affi-
dato a dei magistrati elettivi chiamati Esimtieti. l’oi se l’ assog-
gettarono i Dori di Corinto, e i suoi abitanti si t rov aro n costretti
ad andare a piangere ai funerali de’ Bacchiadi, come lo erano i
sudditi di Sparta quando moriva uno dei loro re. Pure, quel
giogo, lo scosse presto ; e costituita oligarchicamente a vantag-
gio dei Dori che 1’ abitavano, este.se la sua autorità sulle borgate
del suo territorio, e crebbe presto in popolazione c in potenza.
Ma, al solito, gli oligarchi erano odiati dal pòpolo ; iwr cui Tea-
gene, uomo ardito e ambizioso, si procurò l’ amore e la fiducia
di questo, commettendo delle violente aggressioni contro lo ricche
])roprietà di quelli. Quindi, ottenute dal popolo delle guardie,
sotto il pretesto della sua sicurezza personale, le adoperò per
rovesciare l’ oligarchia (era verso il 620), e si fece tiranno. Ma
sebbene s’ occupasse subito (come più tardi Pisistrato ad Atene)
ad abbellir la città con novi edifizi e a favorire 1’ arti e l’ indu-
.stria, sebbene fos.se jirobabilmente sotto di lui che i Megaresi
tolsero Salamina ad Atene, ciò nonostante non durò al potere:
una seconda rivoluzione lo rove.sciò, e fu espulso. Successe un
breve intervallo di governo temperato, dopo il quale gli odii po-
polari .si rimanifestarono contro i ricchi in vari modi violenti. Fra
gli altri si fece una legge retroattiva colla quale s’ obbligava i
creditori a restituire ai loro debitori gl’ interessi dei capitali pre-
stati che ne avevano già riscos.so. Questa disordinata democrazia
fu sovvertita 'di novo, poco dopo il 600, dall’oligarchia; quindi
novi scompigli. Quel che sappiamo di questi, ci è somministrato
dalle invettive d’ un contemporaneo, il poeta megarese Teognide.
Sfortunatamente son cosi mutilati i suoi versi elogiaci , da non
[aiterei formar da essi un’ idea distinta dei fatti ai quali si rife-
riscono. Pure si capisce che il poeta apparteneva all’ aristocrazia,
era stato spogliato de’ suoi beni e costretto ad esultare da tiemici,
Storia tttll*antiea Creda.