Page 262 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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252 J.EZIONE SEDICESIMA.
fabbricarono sull’antico posto la città, cinquantotto anni dopo
che era stata distrutta. Crotone gli fece guerra di novo e in capo
a cinque anni gii disjierse per la seconda volta. I Sibariti man-
darono allora a implorar soccorso a Sparta, e Sparta glielo negò.
Lo chiesero ad Atene e Pericle gli esaudi. Una numerosa colonia
composta d’ Ateniesi c d’altri Greci, massime del Peloponneso,
venne in Italia e fondò yna città a poca distanza dall’antica Si-
bari e dalla sorgente di Turio. Per questo, la nova città la chia-
marono Turio. Fra i suoi fondatori c’ era lo storico Erodoto e
l’oratore Lisia; ma ciò non fece che i suoi primordi fossero
quieti e felici. Poco passò che scoppiarono dello discordie fra
i
coloni. I di.scendenti degli antichi Sibariti, colla vanità comune
a tutti quelli che discendono da antenati più grandi di loro, vo-
levano esser considerati superiori a quei compagni, senza l’aiuto
dei quali avrebbero dovuto vivere dispersi e mi.serabili. Preten-
devano loro il godimento esclusivo dello principali cariche pub-
bliche ; loro il pos-sesso dei terreni migliori : volevan perfino cho
noi pubblici sacrifizi le loro donne av(*s.sero la preferenza su
quelle degli altri. Insomma, andò tant’ oltre la loro insolenza,
che i novi cittadini non poterono a meno di dare sfogo allo sde-
gno fin allora rattenuto. Insorsero contro i Sibariti, e parte ne
ucci.sero , gli altri gli scacciarono. Invitarono allora a surrogarli,
|icr rinforzarsi, degli altri Greci, colla promessa d’una [lerfetta
uguaglianza civile e politica ; si divisero a uguali porzioni tutto
il territorio, colla cultura industriosa del quale s’ arricchirono
jiresto; .strinsero e mantennero pace con Crotone; e s’ordinarono
internamente adottando le istituzioni di Caroiida.
Uno dei mezzi coi quali Pericle mirò ad accrescere l’ im-
portanza del titolo di cittadino d’ Atene, fu di decretare', sul
principio della sua amministrazione, che nessuno si sarebbe do-
i suoi genitori non fossero
vuto considerare come cittadino so
tutt’e due ateni(*8i. Ouel decreto non fu, per degli anni, rigoro-
samente eseguito, ma se n’offri 1’ occasione nel 444. In quel-
1’ anno, P.sammetico, principe libio e pretendente al trono egi-
ziano, mandò in dono al popolo ateniese una quantità di grano.
Bisognava sapere chi avrebbe veramente diritto a partecipare di
quel dono, cioè chi fosse vero cittadino. Quindi Pericle ordinò
la revisione del censo , e ne risultò, che i veri Ateniesi erano
quattordicimila quaranta; gli altri salivano a quasi cinquemila.