Page 266 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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25G • I.EZIONE SEDICESIMA.
si può calcolare che Atene avesse un’entrata di cinquant:^ a
sessanta milioni di franchi.
E tutte queste ricchezze era cura di Pericle di usarle,
non alla dilatazione continua della potenza ateniese, ma bensì
alla conservazione della medesinia, all’ abbellimento della citUi
con magnifici monumenti, a fare che il popolo greco,. vivendo
una pace sicura, |)otesso tutto' occuparsi di scienze, d’arti, di
letteratura, di commercio, e ogni giorno più progredire nel fe-
condo lavoro dell’ incivilimento. È»questa l’ epoca più bella di
quel gran pojKilo ; è questa la grandezza vera di Pericle.
LEZIONE DICIASSETTESIMA.
«
CUI.TUnA AI. TEMPO DI PEniCLE.
Se prima delle guerre Persiane il movimento intellettuale
della Grecia fu quasi affatto fuori cl’ Atene, dopo di esse av-
venne il contrario. La gloriosa parte che Atene ebbe in quello
guerre gloriose ; l’ indipendenza assicurata ; la libertà sviluppata
al massimo grado ; la propria potenza accresciuta ; la pace sta-
bilita; il pubblico erario rigurgitante; o gl’incoraggiamenti di
Pericle, tutto ciò dette una potente scossa agli spiriti. Non solo
una nobile generazione di grandi ingegni sorse nell’ Attica
stessa, ma ci accorrevano anche dal di fuori, sicuri di trovarci
|iiù che altrove simpatia, applausi, ricomjjense.
Il periodo dell’ amministrazione di Pericle è uno dei più
splendidi dell’ umanità. Quel secolo ebbe [poi il nome da lui; e
se c’ è dei mecenati che meritino di dare il proprio nome ai loro
.'secoli questa gloria, Pericle la merita più d’ogni altro. Augusto
,
e Leone X nell’Italia antica e moderna, e Luigi XIV in Francia,
protessero i cultori delle arti e delle lettere e ne promossero il
gusto in altri; ma solo nelle persone che gli avvicinavan di più,
in un numero assai ristretto. Pericle invece voleva artista di sen-
timento tutto quanto il suo popolo ; e del popolo, inoltre, n’ebbe
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