Page 270 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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260 LEZIONE DICIASSETTESllA.
ira volta i nemici di Pericle, a capo dei quali era Tucidide,
ricusarono nell’ assemblea di scialacquare insensatamente nei
novi edilizi le pubbliche entrate. L’accusa fece qualche impres-
sione nel popolo, e Perirle si levò a difendersi’. « Se voi cre-
» dote » disse « che U; mie spese sieno davvero eccessive, eb-
» bene mettetele a c(^to mio ma allora io farò iscrivere sugli
:
« cdifizi il mio proprio nonne. » ' È probabile che si trattasse
di qualcuno dei meno costosi: altrimenti, non sarebbe stata,
quella di Pericle, che una smargiassata che avrebbe fatto* ri-
dere il popolo. Alle sue [larole si destò invece negli uditori in
tutta la sua forza il sentimento della gloria ; c applaudendo, gli
gridarono da ogni parte che continuasse comò aveva cominciato
senza guardare a risparmi. Questo fatto cì manifesta anche il
modo con cui Pericle governava ; non arbitrariamente, ma col
consenso del popolo, e facendo appello ai sentimenti più no-
bili. Aggiungeremo che, come suole avvenire, quell’accusa an-
data a vuoto contribui a farlo crescere più che mai in autorità
;
e gli fu occasione di sbarazzarsi del suo rivafe Tucidide, facen-
dolo poco dopo ostracizzare.
Non .solamente delle arti belle,.jna della poesia, della
storia e delia scienza, doventò Atetie in quel tempo la sede fa-
vorita. Nei due o tre secoli anteriori alle guerre d’ indipendenza,
il genere di poesia più comune,*perchè più conforme allo Stato
sociale e intellettuale d’ allora, fu la lirica. Al tempo di Pericle,”
questo genere esalò gli ultimi aneliti : aneliti jicrò cosi tgorosi che
forse racchiudevano lo sforzo di tutta la vita che avesse mai
potuto godere. Simonide di Geo, già allora vecchissimo, cantò,
Comes’ è visto altrove, i trionfi rijwrtati sui Persiani. Di lui
contemporanei, ma assai più giovani, furono Bacchilide, Co-
rinna e Pindaro. Di questo solo possediamo molti lavori com-
di Firente riguardante la cnslrueione di qiie'la rattedrale: •* Atteso che la somma
M prudenza d* un popolo d* origine grande sia di procedere negli afTari suoi di
M modo, rbe dalle operazioni esterióri si riconosca non meno il savio che ma>
M gnanimo suo operare, si ordina ad Arnolfo, capomarslro del nostro Comune^
» che farcia il modello o disegno delia rinnovazione di Santa Reparala, con
• quella più alla e sunliiosa magnificenza che inventar non si possa nè maggiore
» nè più bella dair industria e poter degli uomini; secondo che da* più savi di
» questa città è stato detto e ronsigliato in pithhiica e privala adunanza, non
» potersi inlraprendere le cose del ( oniune se il concetto non è di farle corriti
w pumlenti ad un cuore che TÌeo fatto grandissimo perchè composto dell* animo
it di più ciliaiiini uniti insieme in un sol volere.» Quanta grandezza in quei
piccoli ma liberi popoli (
* Plut., Pericle, 14.