Page 332 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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322 LEZIONE VENTESIMA.
Oltracciò, dopo la battaglia, il partito oligarchico in Argo, preso
animo, abolì il governo popolare, annullò l’alleanza con Atene,
e no fece una con Sparta. 1 Mantineesi Jie imitarono l’ esempio.
iMa in capo a quattro mesi, la fazione popolare in 'Argo insorse
contro gli oligarchi, gli vinse, gli esiliò, e rinnovò 1’ alleanza
tl’ Atene. Per assicurarsi il ricevimento degli aiuti d’ogni sorta
dalla parte di mare, si dettero subito a costruire due mura lun-
ghe che unissero a questo la città. Lavoravano colla massima
alacrità, uomini e donne, liberi e servi, e perGno Alene gli
aveva mandato muratori e scarjMjllini. Ma i Lacedemoni, come
lo seppero, marciarono contro Argo insieme cogli alleati, fuor-
ché i Corinti, e distrussero quel tanto delle mura che era stato
già fabbricato.
Nella primavera del 41G gli Ateniesi fecero una spedizione
contro Milo. Gli abitanti di quest’isola, una delle più grandi
delle Cicladi, erano una colonia di Sparta. Non avevano mai
voluto mettersi sotto la di|>endenza d’Atene e si governavano oli-
garchicamente. Nel primo |)eriodo della guerra eran rimasti neu-
trali ma nel secondo si dichiararono per Sparta. Atene gli spedi
;
contro una (lotta di 38 triremi con una quantità di truppe da
sbarco. Prima si volle jM-rsuadere la città ad arrendersi; il che
si fece, per verità, con un tono assai prepotente; poi, dopo il
suo riGuto, fu assediala ed espugnala. 1 vincitori uccisero tutti
quelli che erano alti all’ armi, fecero schiavi i fanciulli e le donne,
e ci mandarono cinquecento loro coloni.
Compila quest’ impresa gli Ateniesi si messere in un’ al-
,
tra ben più importante.
Gelone re di Siracusa, il glorioso vincitore dei Cartaginesi
a Imera, mori l’anno dopo quella battaglia. Gli successe nel
regno il suo fratello Gerono: uomo energico e risoluto, e mu-
niGco protettore dei poeti contemporanei, Pindaro, Simonide,
Bacchilide, Epicarmo, Eschilo e altri; ma geloso, crudele e ra-
, pace nel suo governo. Guerreggiò Trasideo signore d’Agrigento
e lo vinse; per cui il suo dominio sulla Sicilia fu più vasto che
non fosse stato, prima di lui, quello di Gelone. Da lui passò il
regno al suo fratello Trasibulo, il quale, mentre era privo del-
l’energia di Cerone, ne aveva tutto le cattive qualità, e anche
gli mandò a morte ; molli più
assai rincarale. Molli cittadini,
gli esiliò aGìne d’ impadronirsi delle loro proprietà. In questo
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