Page 328 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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318 leziose: ventesima.
dar cl’ accordo coi loro governi aristocratici, dicliiararono di
vplere starsene fuori dell’ alleanza.
Era Testale. del 421 : eppure Sparla, che per la decisione
della sorto doveva esser la'prima a far le restituzioni dei paesi
stipulate nel trattalo di marzo, aveva si ridiiaraalo le sue truppe
dalla Tracia ma non aveva restituito Anfìpoli. 'Oltracciò s’ era
,
impegnala di fare aderire al trattato, colle bone o colla forza,
anche i Corinti e i Beoti , e indurre quest’ utlimi a restituire ad
Atene Panalto e i prigionieri. Era già passato il termine che
s’ era |)roposto per effettuare tali cose : eppure non s’ era fatto
nulla. Gli Ateniesi dunque cominciarono a dubitare della since-
rità di Sparta, si iwnlirono d’averle reso i prigionieri di Sfatte-
ria, e negarono la domandata restituzione di Pilo.
Venuto Tanno novo, si fece a Sparta l’elezione dei novi
efori , e cadde su citladiqi che s’ erano opposti alla pace. Due
di loro si mossero segretamente in trattative coi deputati corinti
e beoti che erano in .quella città. Lo scopo delle trattative era.
d’ indurre i Beoti a entrare in alleanza con Argo, per poi in-
durre gli Argivi a far lega cogli Spartani che verrebbero allora
alle rotte con Atene. Pregavano inoltre i Beoti a voler conse-
gnare Panalto agli Spartani, i quali lo renderebbero agli Ate-
niesi in cambio di Pilo, e cosi riattaccherebbero la guerra in
condizioni migliori, tjuanto a confederarsi con Argo, i Beoti ne-
goziarono un poco, poi non ne fecero nulla. Quanto alla resti-
tuzione di Panano, Tavrebbero fatta se Sparta concludesse prima
con loro un trattalo particolare, come quello che aveva concluso
con Alene. Secondo le convenzioni di questo. Sparta non avrebbe
potuto soddisfare la domanda dei Beoti ; giacché era stabilito
che non si fai;esse nè guerra nè accomodamento con nessuno
senza il consenso di tuli’ e due le parti contraenti. Pure, il desi-
derio di riaver Pilo la vinse sui poco scrupolosi Spartani, e si
collegarono coi Beoti. Allora questi demolirono Panatto e con-
segnarono agli ambasciatori spartani i prigionieri ateniesi.
Fra tutte queste trattative s’ era arrivati alla primavera
del 420. Gli ambasciatori spartani condussero ad Atene i pri-
gionieri. Quanto a Panalto dissero che era stato demolito : ma
soggiunsero che bisognava considerarlo come restituito, giacché
non ci abiterebbe più nessun nemico d’ Alene. Quest’annunzio
indignò fortemente gli Ateniesi. Se ne giovò Alcibiade per met-