Page 350 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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340 LEZIONE VENTVNESIMA.
prima della notizia di queir imprevisto disastro. Arrivato, s’ab-
boccò cogli oligarchi, si presentò al senato, e dando a credere
che le sue cinque navi non erano che una vanguardia di un’ar-
mata potente già in cammino, indusse la moltitudine a ribellarsi
ad Atene. Dopo Chio si ribellarono Eritrea è Clazomene, poi Teo,
Lebedo, Era e Mileto. Mano a mano che si dichiaravano sciolte
dall’ubbidienza d’ Akme, s’accingevano subito a fortificarsi e a
fare preparativi di guerra.
Se Alcibiade era traditore della sua patria, lo spartano
Galcideo si fece traditore di tutta la Grecia , con un trattato che
concluse, {ler mezzo di Ti.saferne, col re di Persia, subito dopo
la ribellione di Mileto. In quel trattato ignominioso. Sparta rico-
nosceva come appartenenti al gran re tutte le città.greche tenute
si da lui che da’ suoi antecessori; s’obbligava a impedire che
Atene ne ricavas.se dei tributi come in passato e s’ obbligava
;
pure a considerare come suoi nemici tutti quelli che si ribellas-
sero al re. Questo, dal canto suo, si univa a Sparta per guerreg-
giare gli Ateniesi e s’ obbligava a considerare come suoi nemici
tutti i nemici di lei.
Nello .stesso tempo i popolani. di Samo, temendo che i no-
bili macchinassero una ribellione a favore di Sparta, si solleva-
rono, ne uccisero circa dugento, ne confinarono il doppio, e si
divisero le loro terre e abitazioni. Furono in ciò aiutati da al-
cune navi ateniesi : le quali, cresciute poi a un numero conside-
revole, risoggiogarono Lesbo (che s’era pure ribellala) e Clazo-
mene, c riportarono più vittorie sulla flotta di Chio. Intanto altre
venti navi d’ Atene vincevano presso Mileto i Peloponnesiaci a
cui uccidevano il generale Galcideo. Ma bene ? si ribellano Gnido
e Rodi , arrivano venti navi di Siracusa e due di Selinunte a
unirsi ai Peloponnesiaci, e Tisaferne annunzia prossimo l’arrivo
d’ una gran flotta fenicia. Come dunque poteva Atene sola reg-
gere contro tutti ?
Ma le venne in aiuto un avvenimento imprevisto, da cui le
fu reso Alcibiade. Per quanto a Sparta e’ vivesse spartanamente,
e’ non aveva però saputo reprimere affatto le sue tendenze vizio-
se. S’ era invaghito di Timea , moglie del re Agide, e n’ era stato
corrisposto colla maggior tenerezza. Agide, risaputo l’affronto,
giurò di v'endicarsene. Nell’ ira sua contro Alcibiade trovò dei
compagni in parecchi spartani potenti, che vedevano con invidia
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