Page 359 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 359
PRESA D.’ ATENE, ' 349
s tavana ai giovani. Ma quest’allegrezza pubblica era mescolata
» alle lacrime che faceva versare la ricordanza dello passate
» sciagure me.sse a confronto colla presente felicità. S’ andava
» dicendo che la spedizione di -Sicilia non sarebbe fallita se si
» fosse lasciato ad Alcibiade la direzione degli affari e il comando
n dell’ armata : lui che avendo poi ripreso il governo quando la
» città aveva perso quasi affaitto il dominio del mare, e in ter-
B raferma era appena capace di conservare i suoi sobborghi, e
» internamente la laceravano lo sedizioni, l’aveva rialzata dalle
» sue rovine, lo aveva ricuperato la preponderanza marittima,
» r aveva fatta trionfare, anche in terraferma , di tutti i suoi
» nemici.... Essendosi il popolo radunalo, Alcibiade gli si pre-
ir sento ; e dopo aver deplorato le sue disgrazie , dopo essersi
» leggermente e medestamenle lamentalo degli Ateniesi, incolpò
» di tutto la sua cattiva fortuna, un demone geloso della sua
» gloria. Parlò poi assai diffusamente delle speranze dei nemici,
» ed esortò il popolo a riprender coraggio. Gli Ateniesi gli de-
» cretarono delle coróne d’oro, lo nominarono generalissimo
» delle armate di terra e di mare, gli restituirono tutti i suoi
» beni, e ordinarono agli eumolpidi e agli araldi di ritrattare
» quelle maledizioni che per comando del popolo avevano pro-
» nunziato contro di lui. Le ritrattarono tutti, meno il gerofante
» Teodoro che disse : « Io, per me, non l’ho maledetto se non
» ha fatto nessun male alla città. » ’
Non era intenzione d’ Alcibiade di starsene inoperoso in
Atene , ma voleva restaurare interamente la potenza di questa.
A tale scopo si fece mettere in pronto nel Pi reo una flotta di 100
navi con 1500 opliti e loO cavalli. Prima di partire però volle
fare una cosa che gli affezionasse maggiormente la moltitudine,
facendosi credere pieno di zelo verso gli dei. All’occasione dei
grandi mi.steri, era antica usanza in Alene di portare a Eieusi,
con gran pompa, per la via sacra, la statua d’ lacco. Quest’ usanza
s’ era dovuta dismettere da sette anni ; cioè fin da quando i La-
cedemoni, occupata Decelia, infestavano lo campagne circostanti.
Alcibiade volle che quell’anno si facesse con lutto l’antico splen-
dore. Lui stesso scortò colla sua armata la processione solenne,
pronto a respingere i Lacedemoni di Decelia se tentassero d’im-
pedirla. Ma questi , sia per timore delle sue armi , sia j)er rispetto
' M., /»iu 32, 33.
Digitized by Google