Page 22 - Storia dell'aviazione italiana
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20 Natalia Nikishkina ed Ekaterina Spirova
Sovieti”, partì per un volo il 10 luglio 1929 lungo la rotta
Mosca – Berlino – Parigi – Roma – Marsiglia – Londra –
Varsavia – Mosca. Questa iniziativa doveva essere considera-
ta come una risposta alla visita della squadriglia italiana.
La delegazione sovietica ebbe un incontro cerimoniale pres-
so l’aeroporto romano del Littorio, dove erano presenti il
ministro dell’Aviazione italiano Balbo e altri funzionari di alto
rango. Mentre era in Italia, la delegazione sovietica visitò l’Isti-
tuto di ricerca aeronautica e l’aerodromo di Montecelio, la
cui pista appositamente costruita servì da trampolino di lan-
cio per i voli italiani da record. Al termine del soggiorno dei
piloti sovietici a Roma, lo stesso Mussolini li ricevette nella
sua villa. Una seconda visita in Italia seguì nell’agosto 1934.
Questo era già un volo di gruppo di uno squadrone di aerei
militari sovietici. Tre bombardieri pesanti TB-3 furono invia-
ti ciascuno a Roma, Parigi e Varsavia.
Della delegazione che si recò a Roma, composta principal-
mente da personale militare di alto rango, faceva parte anche
il progettista di aerei A. S. Yakovlev (1906–1989). Successi-
vamente, nel suo libro di memorie, “Lo scopo della vita”, de-
dicò un capitolo a parte all’Italia.
Tuttavia, secondo Yakovlev, la delegazione sovietica non riu-
scì a conoscere appieno le conquiste dell’industria aeronau-
tica italiana e nel settembre 1935 si recò all’Esposizione del-
l’Aviazione di Milano insieme a diversi ingegneri sovietici,
tra cui P.O. Sukhoj e N.N. Polikarpov. La delegazione sovieti-
ca visitò gli stabilimenti Fiat, Savoia, Breda e Caproni, dove
Yakovlev fu presentato da Giovanni Battista Caproni (1886-
1957). Nonostante l’aumento generale della produzione ae-