Page 20 - Storia dell'aviazione italiana
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18                         Natalia Nikishkina ed Ekaterina Spirova


            nel 1938.
            Fu sull’S.55 che I.P. Mazuruk trasportò la commissione sta-
            tale dal villaggio di Perm, che alla fine scelse il sito per la
            costruzione di Komsomolsk-on-Amur.


            Aeromobili operati sulle linee:
            - Khabarovsk – Petropavlovsk-Kamchatsky,
            - Vladivostok – Alexandrovsk-Sakhalinsky – Petropavlovsk-
              Kamchatsky,
            - Khabarovsk – Okha – Aleksandrovsk-Sakhalinsky.


            All’inizio della seconda guerra mondiale, gli aerei S.55 furo-
            no ritirati dal servizio attivo in tutti i paesi, alcuni aerei furo-
            no trasferiti in basi di stoccaggio.
            Negli anni ’20 e ’30, soprattutto dopo il salvataggio della spe-
            dizione del dirigibile “Italia” al comando di Umberto Nobile,
            l’Unione Sovietica iniziò a collaborare attivamente con l’Ita-
            lia nell’acquisizione da lei degli ultimi velivoli, principalmente
            per l’aviazione navale.
            Il primo volo di un grande squadrone italiano verso l’URSS
            ebbe luogo nel giugno 1929 sotto il comando di Italo Balbo
            (1896-1940), vice ministro dell’Aviazione italiano e uno dei
            più stretti collaboratori di Mussolini. A quel tempo furono
            stabilite forti relazioni tra l’URSS e l’Italia.
            Negli anni ’20 e ’30 il ritmo di sviluppo dell’industria aero-
            nautica italiana fu molto elevato. Il riconoscimento interna-
            zionale ottenuto nel settore dell’aviazione, il ramo più recen-
            te dell’industria, fu elevato al rango di politica pubblica da
            Mussolini. Allo stesso tempo, il governo fascista attribuiva
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