Page 19 - Storia dell'aviazione italiana
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la guarnigione ribelle di San Paolo. Gli idrovolanti S.55 non
furono all’altezza della Seconda Guerra Mondiale, nel 1939
quasi tutti furono cancellati.
Relazioni italo-sovietiche nel campo dell’aviazione
Il Savoia-Marchetti S.55 arrivò in URSS: nel 1932 l’Aeroflot
acquistò 5 di questi velivoli nella nuova modifica “P” e non
“X”. Quattro di essi erano destinati alla direzione dell’Estremo
Oriente dell’URSS La Civil Air Fleet (GVF) e la testata, con
copertura invernale completa dei motori per il controllo del
servizio aereo del Glavsevmorput (UVS GUSMP). Uno di que-
sti si schiantò il 12 luglio 1933 nella regione di Stalingrado,
sul Volga, durante il trasporto (pilota collaudatore B. L.
Bukholts).
Sull’aereo (numero di serie 10531), che si decise di conse-
gnare in volo dall’Italia, fu installata anche una stazione radio
di tipo “marina” della compagnia “Marconi” (Marconi Mari-
na). Inoltre, tutti gli aerei prevedevano il riscaldamento della
cabina del pilota (con elettricità) e dell’abitacolo (con stufe
senza fiamma).
I restanti tre aerei furono consegnati via mare nell’autunno
del 1933 a Vladivostok e trascorsero l’inverno nei magazzini
del Sovtorgflot dal 1933 al 1934.
10 aprile 1934 – Il capo della direzione principale della flot-
ta aerea civile, I. S. Unshlikht, ordinò l’assegnazione degli S.55
alla flotta aerea civile e il loro trasferimento in servizio.
Tutti gli idrovolanti operarono nell’Estremo Oriente del-
l’URSS (porto di origine – Khabarovsk, Vladivostok) su voli
postali e passeggeri locali, e l’ultimo idrovolante fu dismesso