Page 229 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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«E la bella Trinacria, che caliga
tra Pachino e Peloro, sopra 'l golfo
che riceve da Euro maggior briga,
non per Tifeo ma per nascente solfo,
attesi avrebbe li suoi regi ancora,
nati per me di Carlo e di Ridolfo,
se mala segnoria, che sempre accora
li popoli suggetti, non avesse
mosso Palermo a gridar: "Mora, mora!"».
(Dante Alighieri, Paradiso, VIII canto, vv 67-69; 1304-1321)
«L' Etna nevoso, colonna del cielo
d'acuto gelo perenne nutrice;
mugghiano dai suoi recessi
fonti purissime d'orrido fuoco,
fiumi nel giorno riservano
corrente fulva di fumo
e nella notte ròtola
rocce portando alla discesa
profonda del mare, con fragore».
(Pindaro, Ode Pitica , 518- 438 a.C)
«È la città greca per le sue origini, per la luminosità del suo
cielo e per le mètopi del suo museo, di bellezza non inferiore
a quelle di Olimpia. È città romana per il ricordo delle sue
lotte contro Cartagine e per i mosaici della villa Bonanno. È
città araba per le piccole cupole di alcune sue chiese, eredi
delle moschee. È città francese per la dinastia degli Altavilla
che l'abbellirono. È città tedesca per le tombe degli Hohen-
staufen. È città spagnola per Carlo Quinto, inglese per Nel-
son e Lady Hamilton».
(Roger Peyrefitte su Palermo, 1907 – 2000)
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