Page 90 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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Fu infatti proprio sotto il dominio dei viceré spagnoli, che
l’Isola conobbe uno dei suoi periodi più tristi e poveri; at-
traverso il regno ‘dei Signori’ prima e con l’istituzione del
Sant’Uffizio poi.
Fu in questo periodo infatti che venne annullata ogni inizia-
tiva di arricchimento culturale e impedita l’iniziativa politica.
Nel Cinquecento come in epoca Romana, la Sicilia
era dunque soltanto una provincia destinata ad essere
spremuta dal punto di vista lavorativo (specialmente agrario
e conseguentemente commerciale) e nulla più.
Al contrario di quanto accadde durante il regno di Federico II
o ancor prima degli Altavilla, quando Cristiani e Arabi
vivevano pacificamentesotto lo stesso tetto, arricchendolo e
migliorandolo.
Testimonianze di quella convivenza ben riuscita si scorgono
in alcuni nomi di origine araba come Alcamo, Marsala e
Favara. A Catania si trova una località denominata Caito, nei
pressi del lungomare; l’etimo sembrerebbe risalire alla parola
‘Kaid’ o ‘Al Kaid’, dove con tutta probabilità si trovava il pa-
lazzo amministrativo islamico.
Per non parlare poi delle strutture, dei santi sepolcri ed edi-
fici con finale a cupola, denominati ‘cuba’, o delle città e lo-
calità che iniziano con il toponimo ‘- Cala’ come Caltagirone
o Calatafimi.
A Palermo si trova la ‘Zisa’, che come indicato dal nome
stesso è un palazzo meraviglioso, maestoso; a Catania si trova
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