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“Risparmiamoci le forze  non ragioniamo troppo. Ho trovato
          una bottiglia di vodka  ed un piccolo sórso per uno ci dara’
          spirito!”.

          “Dove l’hai trovata...!”.

          “Nella  tasca  di  un  soldato  russo...  ubriaco.  Lui  non  ce  la
          faceva piu' a bere... e noi lo aiutiamo a vuotar la bottiglia. Un
          sorso per uno... altrimenti sballiamo!”.

          E si parti', alle dieci dei niattíno, il giorno seguente, per essere
          imbarcati  con  il  nostro  fardelletto  di  cose  personali,  viag-
          giavamo allegramente...andavamo ad imbarcarci! Non si ve-
          deva il mare, ma si era contenti: ci avevano detto che ci avreb-

          bero  imbarcati  e  naturalmente  per  essere  sbarcati  in  Italia.
          Ogni piccola cosa ci faceva sognare
          E dopo circa tre ore di marcia, non tanto forzata, scorgemmo

          la spiaggia.

          “Il mare... il mare!”, gridammo: “Si torna in Italia”. Erano le
          sponde del Danubio. Attaccati alla banchina ci stavano degli
          zatteroni lunghissimi, e bassissimi, barcacce da trasporto. Non
          ci  passo’  nemmeno  per  l'anticamera  dei  cervello  che  quelle
          chíatte stavano aspettando noi. E   si scrutava la spiaggia per
          vedere  se  c’eano  o  se  arrivavano  mezzi  di  trasporto  piu'
          umani, per noi poveri figli di nessuno. Macche’... Dovemmo

          convincerci per forza!

          “In fila... due per due... scendete la scaletta, sistematevi ordi-
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