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IL TRAGHETTO DI CARONTE

Ci fu dato qualche giorno di riposo, per curarci le píaghe che

ci appestavano i piedi e le gambe, e per rimetterci dalla sbor-
nia dell'erba fresca.

“Ma questo Calafat, in che parte del mondo si trova?”. “Ci
siamo avvicinati all'Italia o siamo piu' lontani?”. “Molto,
molto piu' lontani…”.

“Ma non ci avevano detto che ci avrebbero portato a Salo-
nicco per imbarcarci per l'Italia?”.

“Credi agli assassini ed avrai sempre ragione”.

“Al mio paese in questi giorni si fa’ la prima svinatura... E’ il
mese di S. Martino. Un bicchiere di vino nuovo che medicina
per noi…”.

“Ed io vorrei un piatto di polenta con il sugo di carne di
maiale. Ora li ammazzano e si fanno salsicce…”.

“E poi a spasso con una bella guagliona. Che ne dici Calo'?
Che ne dici Giuse'?”,

“Non abbiamo la forza di stare in piedi”.

Passo’ una settimana e Radio Scarpone ci informo’ che presto
ci saremmo imbarcati. Probabilmente il domani in mattinata.

“Imbarcarci? Ma dove... Qui’ non c’e’ il mare"?

“Se ci imbarcano vuol dire che si torna a casa! E' charo”.