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denari ... sotto o portone sparano e botte .. Mia cara madre
          sta per trasi' Natale...o sta luntano a voi mi sape amaro…”.
          Gennarino era sempre allegro, e tutti gli volevano bene; per
          me  era  un  fratello,  fratello  maggiore,  perche'  aveva  sempre
          ragione  lui.  “Gennari'  facciamoci  coraggio,  I’anno  prossimo
          Natale a casa. nostra…”. “A Napole”.

          Il traffico che incontravamo ci diceva che una citta' grande era
          vicina.  “Stiamo  entrando  a  Sofia,  la  capitale  della  Bulgaria.

          Forse li’ passeremo il Natale”. Era la Radio Scarpone che ci
          informava. “E per Natale la ditta Motta di Milano ci dara'’ un
          panettone…”. “Uno per tutti o uno per uno…”. “Per i poveri
          prigionieri badogliani, solo uno per uno e' un regalo decente”.
          “Ma che succede? C’e’ qualche cosa di nuovo?”.

          I  soldati  di  scorta  ci  diedero  l’ordine  di  allinearci  sul  mar-
          gine.Vedemmo spuntare diverse auto. Una di esse si fermo’ a
          dare  ordini  agli  aguzzini  in  testa,  le  altre  proseguirono,  fer-

          mandosi di tanto in tanto lungo il corteo funebre che si sno-
          dava come un verme ferito.

          La sosta duro’ circa mezz’ora. Ad un tratto una notizia inim-
          maginabile;  come  nei  libri  delle  fate:  “Oggi  si  mangia,  un
          pranzo reale, piatti caldi e pane fresco, oggi si fa’ festa, e’ il
          pranzo di Natale!. Per noi morti di fame.... Hurra’…”. Alcuni
          capivano bene il tedesco, e da quello che si dicevano i soldati
          mastini e gli ufficiali si capi’ chiaramente che a mezzogiorno

          ci  sarebbe  stato  servito  un  pranzo  nella  stazione  centrale  di
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