Page 231 - Lezioni di Mitologia;
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           Cerca la luce, e fuggon l'alme insieme.
           Alfenore  li vede, e palma a palma
           Battendo vola, onde alle fredde membra

           Doni un amplesso:    l'infelice cade
           Nell'ufficio pietoso. Apollo  il core
           A lui trafìgge col fatato  strale,
           Che svelle e spiccia colla vita   il sangue.
           Damasittono intonso un colpo solo
           Non uccise: ferita avea la gamba

           Ove al ginocchio   si congiunge:  il ferro
           Trarre volea; ma nell'incerto collo
           Giunge saetta, la rimbalza    il sangue.
           Che schizzando rosseggia, e l'aer stride.
           Ultimo Ilioneo rivolge   al cielo
           Le braccia, invano supplicanti,   e grida:
           Perdono, o Numi (ahi non tutti dovea
           Il misero pregar). Sentiva Apollo
           Pietà; ma liberato era dall'arco
           L'irrevocabil strale: entrò nel core
           Poco, e causa di morte è breve piaga.
           La fama e   il pianto dei congiunti accusa
           Tanta ruina alla fastosa madre,
           Che tiene ira e stupor, perchè dei numi
           L'oltraggiata ragione osi cotanto:
           Che posto fine   il padre avea col brando
           Alla vita e al dolor. Quanto diverso
           Era, Niobe   infelice,  il tuo sembiante!
           Tu ma calcavi    i rovesciati altari,
           Abominio   ai congiunti; or pianto avrai
           Dalli stessi nemici:  i freddi corpi
           Abbraccia, sopra vi   si stende,  i baci
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