Page 303 - Lezioni di Mitologia;
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       ciotta da Racine, che ne accrebbe    le bellezze deri-
       vate dal nominato tragico greco.


                        MORTE d' IPPOLITO.


         Lasciata di Trezene avea la porta
            Ippolito: facea corona al cocchio
            Schiera ch'imita  il suo silenzio,  e gara
            Ha di mestizia col signor, che segue
            Pensoso  il calle Miceneo. Le brisrlie
            Erran sul collo ai corridori  alteri,
            Cui parlava col freno   e colla voce.
            Ora inchinan la fronte e   i mesti lumi
            Conformi  al duolo  dell'eroe. Dall'onde
            Quando levossi orribil suono,   e scossa
            Fu la calma del pigro aer: gemendo
           Fin dall'abisso una tremenda voce
           Risponde al grido: a noi ricerca     il core
           Fredda paura;    i corridori  al cielo
            Tendon le orecchie e   i rabbuffati crini.
           Ecco deirOceàn sul tergo immenso
            Montagna d'onde gorgogliando alzarsi:
            Si appressa al lido,  e vi si frange, e getta
            Con infinite spume orrido mostro.
           La minaccia dei corni arma la fronte,
            E gialla squamma gli ricopre     il corpo.
            Serpe feroce ed indomabil toro
            Colla coda più volte  il mar misura.
           Freme la riva al suo muggito,      il cielo
            Inorridisce e  si avvelena,  il suolo
            Crolla, e quell'onda che  il portò sul lido
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